a cura di Federico Adamoli
Negazionismo a Teramo
[21 gennaio 2024]
Nel maggio del 2007 Teramo balza agli “onori” della cronaca per una questione che la vide alla ribalta della stampa nazionale: un docente dell'ateneo teramano invita il francese Robert Faurisson, ex professore di letteratura in un ateneo francese, già noto per le sue tesi negazioniste sull'Olocausto. La reazione del rettore dell'Università di Teramo, Mauro Mattioli, è drastica: per scongiurare l'intervento del negazionista chiude il campus delle facoltà giuridiche nel giorno in cui Faurisson avrebbe dovuto tenere la sua conferenza, che lo stesso cerca comunque di svolgere nella sala di un hotel teramano, ma senza successo a causa della contestazione che subisce e che lo costringe a ripartire per la Francia. Alla levata di scudi contro il francese, dalla quale era scaturita una petizione di protesta cui avevano aderito centinaia di docenti, giornalisti, ex deportati e uomini di cultura, si aggiunge a Teramo la voce del professore Sandro Melarangelo, il quale nel corso del programma televisivo di Teramo Nostra trasmesso da Teleponte, interviene con parole di sdegno:
“Quest'esiguo gruppo di manutengoli al di fuori della storia non possono mistificare e soprattutto strumentalizzare, gettando vergogna sulla nostra Teramo, che sembrava qualche giorno fa la capitale del negazionismo. A costoro voglio leggere una pagina di un libro teramano, attendibile appunto perché dell'ultimo podestà, quindi non mio, non di qualcuno che la pensa diversamente. Un libro dell'ultimo podestà fascista di Teramo Umberto Adamoli, che ovviamente si guardò bene dall'aderire alla Repubblica Sociale, che fu l'organizzazione di politica a servizio della Germania. Il titolo del libro del colonnello Adamoli si chiama “Nel turbinio d'una tempesta”: un libro teramano.
Al colonnello Umberto Adamoli si rivolge un gruppo di ebrei prigionieri del campo installato nella caserma Mezzacapo. Anche a Teramo purtroppo per colpa del regime fu creato un campo di concentramento nella caserma Mezzacapo, vicino al santuario della Madonna delle Grazie cui i teramani sono devoti. Gli ebrei che scamparono alla persecuzione si rivolgono al podestà: “Signor Podestà, noi sottoscritti desideriamo, con questa dichiarazione spontanea, esprimervi anche per iscritto la nostra profonda gratitudine per aver salvato noi le nostre famiglie e tanti altri correligionari che hanno lasciato nel frattempo Teramo, dalla ferocità tedesca. Difatti ai primi di dicembre scorso, le autorità tedesche avevano comandato l'arresto in massa di tutti gli Israeliti. Voi, Podestà di Teramo”, è un onore per noi teramani leggere queste pagine, “eludendo la vigilanza teutonica e fascista, ci avete avvisati tempestivamente del pericolo che incombeva sulle nostre teste raccomandandoci paternamente di allontanarci da Teramo o di rifugiarci presso quelle famiglie, fortunatamente numerose, non contaminate dal virus della peste nazista e ci assicuravate ogni qualsiasi aiuto.”, a firma di Oscar Stein e di un numero di altri ebrei.
Questa è stata la civiltà della nostra città di Teramo, che non si è macchiata di questi efferati delitti nonostante ci fossero stati i servi del nazismo, i fascisti che volevano diventare corresponsabili del genocidio. A Teramo c'era il colonnello Adamoli; a Civitella, dove c'era un altro campo di concentramento, come ce n'era uno a Tossicia, uno a Isola, uno a Roseto,e un altro a Corropoli, c'erano altri ebrei che senza assistenza purtroppo partirono per Auschwitz e non sono più tornati.
Quindi noi ci teniamo a dissociarci da quell'operazione che è stata fatta all'insegna strumentale della libertà di parola nella didattica, e ha voluto negare quel terribile evento che è stato la decimazione di una razza, non solo, ma anche di tutti gli oppositori, avvenuta nell'ultimo scorcio degli anni quaranta del secolo scorso”.
Fu in questa circostanza che per la prima volta si parlò pubblicamente del gesto di Umberto Adamoli, a 45 anni dalla scomparsa avvenuta nel 1962.
L'incresciosa vicenda del 2007 ebbe una replica tre anni dopo: nell'ottobre 2010 all'Università di Teramo il docente Claudio Moffa, per inciso colui che aveva invitato a Teramo il Faurisson, nel corso di una lezione torna a parlare del “cosiddetto Olocausto” e delle “falsità di Auschwitz”. E chiaramente anche questa volta si registra una levata di scudi contro il Moffa. La lezione viene videoregistrata ed i contenuti vengono pubblicati da La Repubblica, che solleva nuovamente la questione del negazionismo. Lo stesso Moffa poi nel 2016 subisce una sanzione disciplinare dall'ateneo teramano: viene sospeso dalle mansioni e dallo stipendio per quattro mesi.
Umberto Adamoli venne celebrato per la prima volta in modo solenne nell'aprile 2014, nell'ambito delle manifestazioni su Teramo e la Shoah, con un incontro tenuto presso la Sala Consiliare del Comune di Teramo alla presenza del sindaco di Teramo, dal titolo “Umberto Adamoli. Il Podestà che salvò gli ebrei”.
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