Guido Fichtner (anno 1935)
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Guido Fichtner: agente segreto della Marina?
di Augusto Fichtner
Seconda parte
Per quanto concerne la concessione di decorazioni, la motivazione è generica, e per quattro è scritto: zona di guerra 1915, zona di guerra 1916, zona di guerra 1917, zona di guerra 1918 (queste concesse dallo stato maggiore del R. Esercito), una croce al merito di guerra, la croce dell’ordine della corona d’Italia R.D. 27.10.1934 del….(non leggibile)” Oltre alla menzione della concessione di due medaglie inter alleate (Francia ed Inghilterra, che lo Zio mi disse che gli furono proibite dal portarle e di restituirle, dopo la guerra d’Abissinia), per il resto silenzio (1). In famiglia si diceva che erano state assegnate poiché in occasione della ritirata dopo Caporetto, egli aveva trovata abbandonata la cassa di un Reggimento e l’aveva sottratta agli austriaci avanzanti. Evidentemente era una versione di comodo! Il foglio matricolare della Marina riprende con l’annotazione del richiamo in servizio nella Regia Marina, (non nell’esercito di cui formalmente ne portava ancora il grado), per la guerra d’Abissinia nel 1937, con la solo annotazione della data del richiamo (la destinazione, prima a La Spezia, poi alla Maddalena, è desunta dalle lettere che lo zio scrisse a mio Padre). L’ultima annotazione, è del 1943, sempre in marina da cui risulta congedato per raggiunti limiti d’età. Dopo la prima guerra mondiale lo zio si affanna a farsi riconoscere il grado di ufficiale di marina, equivalente a quello che aveva nell’esercito; molto strano, poiché non aveva alcun’intenzione a proseguire la carriera militare. Era forse la pretesa di una promessa mai mantenuta? Infine lascia detto nel testamento che vuole essere sepolto con la divisa di ufficiale di marina!
Una lettera scritta da nonna Augusta a Papà Cesare, senza data e mancante della busta, ma presumo scritta nell’agosto-settembre del 1917 (perciò prima di Caporetto) perché parla a Papà della dolcezza della Liguria, Papà era a Sampierdarena (GE) appena arruolato ed in fase d’addestramento, prima dell’invio al fronte, vi è una frase che potrebbe riferirsi ad un fatto d’arme in cui lo zio Guido fu coinvolto, essa dice: “ …..sì uomo forte e coraggioso come i tuoi fratelli, Guido è in salvo e non ti crucciare per lui puoi scrivergli sempre allo stesso indirizzo “ in tutte le altre decine di lettere nonna Augusta scriveva al figlio di turno “i tuoi fratelli stanno tutti bene” in nessun’altra lettera appare la frase “è in salvo”. Potrebbe essere questa una spiegazione delle decorazioni di Guido? L’unica spiegazione razionale che potrei dare, è che lo Zio in effetti, dipendesse dal Servizio Segreto della Regia Marina, o meglio per la Marina-Esercito; ciò potrebbe essere confermato dal fatto che lo zio, pur avendo prestato ufficialmente servizio nella Regia Marina quale sott’ufficiale di macchina per 4 anni, è incomprensibile che la stessa arma, richieda durante la guerra oltre 1800 ufficiali all’esercito, e non ritiene di dover richiamare lo zio lasciandolo “imboscato” in un ufficio postale per tutta la durata della guerra! Pur avendo un estremo bisogno di ufficiali o sottufficiali, soprattutto se in possesso di una specializzazione. Da una foto del tempo di guerra lo Zio appare in divisa di ufficiale del Regio Esercito, ma da un taschino pende un’ancora. In una foto con altri 3 ufficiali, in nessuno di essi pende dal taschino l’ancora.
Il Colonnello Patruno, del distretto militare di Milano, di cui sono riconoscente per la cortesia e disponibilità dimostratami, affermò che potesse essere il simbolo di appartenenza al genio pontieri e pertanto le medaglie concesse potevano essere quale ricompensa per il gittamento di ponti sotto il fuoco nemico. In seguito fu appurato definitivamente che era il simbolo degli ufficiali della Regia Marina aggregati all’Esercito. Il Colonnello Patruno mi comunica di aver scoperto un fatto strano, che poteva essere imputato anche a semplice negligenza, ma ne dubitava, mi disse che al momento della morte di un cittadino che abbia prestato servizio militare, il Comune di residenza, è obbligato a segnalarlo nel volgere di pochi giorni al corpo militare, presso cui si era svolto il servizio di leva (cosa poi effettivamente appurata), e che questi, ha l’obbligo di trasmettere il foglio matricolare al distretto militare competente del luogo di nascita; e il distretto, trascorso un certo numero di anni, è obbligato a trasmettere questo documento all’Archivio di Stato del luogo. In seguito, anche a causa delle ricerche effettuate dallo scrivente e dallo stesso Patruno, lo Stato maggiore della Marina, si è deciso a trasmetterlo al Distretto di competenza (dalla nascita erano oramai trascorsi quasi 120 anni e 50 dalla morte! Consegnandone due: uno complementare dell’altro!!).
Nel 1919 dopo essere stato congedato divenne ispettore generale delle Regie Poste per il Veneto (sembra senza alcun precedente nelle Regie Poste), nel 1937 è nominato ispettore generale della Lombardia!
Una curiosità: esiste in archivio una lettera inviata personalmente dal neo eletto presidente Truman allo zio, che lo ringrazia per le felicitazioni da lui inviate in occasione della sua elezione! ed era intestata “Dear Mr. Guido Fichtner” e firmato da Truman.
La seconda lettera, quella del fratello di nonna Augusta, emigrato in America datata 1919, con cui chiedeva se la sorella Mary possedeva ancora gli atti del processo fatto al loro padre Cesare Clerici, coministro delle finanze e comandante con Borromeo della Guardia Civica nel Governo provvisorio di Milano del 1848, a seguito del quale fu condannato al carcere e alla confisca dei beni da lui posseduti nel Voralberg (ereditati da Giorgio Clerici Feldmaresciallo e ambasciatore di Maria Teresa presso la Santa Sede?) di cui nessuno in famiglia ne sapeva nulla. A seguito delle ricerche effettuate presso il museo del Risorgimento di Milano per cercare quali erano effettivamente i suoi trascorsi in occasione delle 5 giornate, scoprì in un libro scritto nel 1880 ca che egli aveva questi possedimenti nel Voralberg. Devo far notare con grande scandalo, che presso il Museo del Risorgimento non vi è più traccia degli atti dei processi contro i patrioti milanesi per i fatti del 1848.
Mia cugina Maria quella di cui accenno più sopra, mi diceva che mia Bisnonna Casati, durante le 5 giornate si spostava in carrozza per Milano, e approfittando del fatto che era incinta, nascondeva sotto le ampie gonne, armi e materiale compromettente e che la polizia austriaca non osava perquisirla. Dopo essere entrato in possesso di documentazione, mi sembrava che forse non risultava vero e che era solo frutto di interpretazioni errate, poiché mia Bisnonna si sposò nel 1851 ed il primo figlio lo ebbe nel 52. In seguito scoprii l'originale dell'orazione funebre che le fu letto al momento della sepoltura e che diceva essere una delle animatrici femminili della Giovane Italia di Milano; dopo qualche tempo, leggendo un libro su Varese e dei suoi abitanti nel periodo Risorgimentale, scoprii che a Milano, il solito Mazzini nel 53 aveva organizzato un tentativo di rivolta, fortunatamente abortito, e proprio in quell'anno mia Bisnonna mise alla luce l'ennesimo figlio. Perciò l'episodio raccontatomi era vero, era sbagliato solo l'anno.
(1) Non è credibile che Guido Fichtner abbia ricevuto le medaglie elencate per essere stato quattro anni a timbrare cartoline, quando il fratello Ugo, che anche se colpito in modo lieve dai gas a Caporetto, morì dopo 10 anni per le conseguenze avendone avuto i polmoni danneggiati, mentre l'altro fratello Cesare, padre dello scrivente, combatté nella Brigata Aosta per quasi un anno sul monte Grappa, dove fu ferito in una gamba; cosi come migliaia di altri fanti, che non ebbero nonostante tutto un qualsiasi riconoscimento.
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