Come ho già scritto, alla metà del 400 il castello di Besozzo fu dato in feudo a Facino Cane, che lo ampliò notevolmente. Orbene, un portico facente parte della struttura dove abitai i primi 20 anni della mia vita risale al quattrocento, e sicuramente venne fatto costruire da Facino. Mi è molto difficile da spiegare, ma dal portico partiva una scala buia, e il fondo sbarrato che portava in quella che doveva essere una grande stalla (ai miei tempi trasformata in officina di un fabbro) che con una rampa in discesa portava ad un portone (che molto probabilmente poteva essere una nuova uscita), dal castello ora sbocca sulla cima della strada in salita che costeggia il palazzo comunale. Non solo, ma una signora che abitava in un appartamento del castello Cadario mi disse che dal suo giardino, situato in cima ad una parte delle mura antiche, vi era una scala (si vede ancora una specie di arco) che di fatto si univa alla scala di cui sopra. Praticamente costituiva un collegamento fra il mastio centrale, la cosiddetta torre del castello Adamoli, all’ultima cerchia di mura del castello.
Sono quasi sicuro che, come in altri castelli italiani, la base della torre ove molto probabilmente vi erano altri fabbricati e collegamenti con le varie cinta di mura, fu sicuramente o in occasione dei lavori di ampliamento eseguiti da Facino Cane, oppure nel 500, riempito di terra sino ad un certo livello della torre; considerato che il terreno è in discesa, lo dimostrerebbe il fatto che il dislivello fra l’attuale entrata e la parte opposta della torre è di circa 3/4 metri.
In un libro oramai introvabile, scritto dal Sig. Ludovico Brunella storico locale, sulla base di reperti trovati (resti di tegole) egli colloca il primo insediamento romano di Besozzo poco lontano da casa mia, nelle cui vicinanze fu trovato un cimitero del III° secolo. Lo giustifica anche il fatto che vi si trovava una sorgente che sino a pochi anni or sono dava abbondante acqua. Il Brunella sostiene che si trattava di un nucleo fatto in parte di capanne, ma credo che sia incorso in un errore, poiché nel volgere di un centinaio di anni furono trovate are votive e sarcofaghi di una certa dimensione, certamente non compatibili con un Pago.
L’attuale proprietario della parte più antica del castello Adamoli mi fece notare che nei muri/mura di cinta, vi erano infissi numerosi mattoni sia di costruzione di muri, sia come pavimentazione di abitazioni, di sicura origine romana, come gli fu assicurato da un architetto, il che vuol dire che in effetti l’abitato romano sorgeva sicuramente dove fu in seguito edificato il castello. Non solo, ma una decina di anni or sono, nel terreno ex proprietà della famiglia Rebuschini, l’attuale via degli orti, fu trovato un sarcofago intatto, e sembra che l’amministrazione comunale non volle farsene carico, dato che fu ceduto ad un privato di Varese (?). Ebbene, come era in uso nei tempi romani, i morti erano sepolti fuori le mura dell’abitato, e grosso modo questa sepoltura poteva essere ai piedi dell’eventuale cinta muraria.
Nel 4/500 alcuni membri della famiglia Besozzi, dopo essere rientrati in possesso dell’abitato, costruirono le loro abitazioni fuori della cinta muraria, lungo l’attuale via Mazzini, ma una parte sicuramente sulle mura che circondavano l’abitato.
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