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a cura di Federico Adamoli

Carlo Eugeni e la storia dello sport teramano


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     Credo di aver risposto, sia pure in maniera bizzarra alla tua domanda, però lasciami fare anche un'altra cosa. Siamo in una sala dove parliamo di sport; non per tua colpa, si è dimenticato un nome. Io vorrei ricordarlo, perché se fosse in vita, questa sera starebbe qui con noi: Alfonso Sardella.

     (Roberto Almonti) Spesso purtroppo questo rischio c'è, un po' per la giovane età, ma Alfonso... Sicuramente sì, assolutamente sì! Io ringrazio Elso anche per la sua nota polemica, ma permettetemi tra l'altro di precisare che comunque il Campo Scuola per fortuna uno scheletro non è, ed in questo momento si riesce ancora a fare qualcosa di buono per l'atletica, grazie anche al Campo Scuola e a come la nuova società lo sta gestendo. Una soluzione che forse si dovrebbe riproporre per altre strutture sportive, perché è la soluzione per cercare di farli vivere.
     Il professor Lucio Cancellieri vuole dire qualcosa a proposito di Carlo Eugeni, e gli cedo volentieri la parola.

     (Lucio Cancellieri) Non so se sia accaduto anche a voi, poco fa. Rimirando la foto ingrandita di Carlo Eugeni mentre ascoltavo l’intervento del figlio Franco, dall’identico timbro nasale, ho rivissuto il mio approccio all’atletica leggera, sorto nella gradinata destra del campo sportivo - destra per quelli che raggiungevano gli spogliatoi al termine dell’allenamento.
     Quel pomeriggio di giugno ero spettatore su quella gradinata, per seguire dall’alto gli allenamenti di atleti presenti. “Beati loro che sono bravi” pensavo dentro di me. Io avevo partecipato alle gare studentesche, già dall’anno scolastico 56/57 ma senza mai eccellere; comunque portando i miei punti nel carniere del G.S. Milli di Teramo. Me ne stavo in piedi, appoggiato su una colonna e vedevo rientrare il professore Eugeni, che con il suo tipico timbro di voce, diceva: “Io non capisco questi atleti che prima fanno le gare e poi non vengono più al campo”. Ero solo, mi giravo ovunque per cercare l’interlocutore; non vedendo nessuno pensai: “ma con chi sta a parlare? Che fa, parla da solo il professore? - “Dico a te... dico a te... Cancellieri” – Come mi conosceva? Come si ricordava di me? Lui era un computer, aveva una memoria incredibile, ricordava tutti gli atleti, tutti indistintamente! Ed aggiunse: “Vedi questi atleti? hanno partecipato alle gare come te”. In pratica mi invitava a frequentare la mitica D’Alessandro Teramo di cui ancora oggi vado fiero.