Vent'anni fa il mio amico, compagno di scuola, fratello Nando Palazzone ci ha lasciato. Domenica scorso dal mattino mia madre mi ha detto che avrebbe voluto partecipare alla Messa di oggi alle 18, e da allora ho cominciato a pensare che avrei dovuto dire qualcosa nella stessa Messa. Manco a farlo apposta ad ora di pranzo mi ha chiamato la signora Claudia, la mamma di Nando per chiedermi di dire appunto qualcosa a Messa. Sapendo che l'emozione mi tradirà, ho scritto un lungo pensiero, che voglio condividere con quanti lo hanno conosciuto.
Sono passati vent’anni
Caro amico mio, sono passati vent’anni da quella tragica notte che ti ha strappato alla nostra presenza ed al nostro affetto. Non riesco a pensare con serenità a quella sera ed al tumulto di sensazioni che mi coglie quando rivivo quei momenti, quando non volevo confessare neanche a me stesso che stavi per andare via. Eppure quella stessa forma di energia che ci univa e che mi ha spinto a partire, a venire fuori logica e fuori orario e fuori posto a salutarti per l’ultima volta, mi ha spinto oggi a prendere la parola sperando di vincere l’emozione.
Quando la tua mamma mi ha chiesto di dire qualcosa, non pensavo ad altro già dal mattino.
Sono passati vent’anni, ma anche se sembrano tantissimi, e tantissime cose sono successe, e ci sono tante persone che allora non c’erano cui abbiamo raccontato chi sei stato, sembra veramente che il tempo non conti.
Non so perché o per chi sei dovuto andare via, forse non me lo voglio nemmeno chiedere: sei stato un buon amico, un bravo figlio e fratello, un marito affettuoso, un uomo dalla grande forza d’animo e dalla gioia contagiosa.
So che ci manchi, manchi a me con quel tuo sorriso un po’ a mezza bocca, ma che è sempre stato lo specchio della tua serenità e mi ha dato sempre una strana forma di gioia, mite, dolce, ma vera e profonda, figuriamoci quanto manchi alla tua mamma, che ti ha adorato, a tuo padre di cui oramai non eri più solo un figlio, ma un amico ed un collega, a tua sorella per la quale sei ancora un riferimento concreto, a quella meravigliosa ragazza Annunziata, insieme alla quale avevate deciso di passare la vita.
Vita troppo breve per tutti loro, troppo breve per tutti noi.
Voglio ricordarmi che abbiamo passato il tuo ultimo capodanno insieme a casa tua, quella casa che ancora mi mette un po’ d’angoscia: eri tornato da poco da Bologna dal trapianto e mi hai confessato, e forse potevi dirlo solo a me, per questo strano lavoro che mi ha scelto, che vivevi sentimenti contrastanti: speravi e volevi convincerti di avercela fatta definitivamente, ma, visti gli ultimi capodanno, tutti con qualche timore, non riuscivi ad essere completamento libero dall’ombra della malattia. Ho cercato di dirti che era normale, che i pazienti che hanno molto sofferto, portano dentro l’impronta della sofferenza stessa. Tu hai sorriso, ma non con il sorriso che dava serenità, ma con un sorriso che diceva: “hai capito, non aggiungiamo altro”.
Poi siamo stati ancora insieme, il tuo 34essimo compleanno e a ferragosto, l’ultimo giorno di serenità vera. Poi ancora a me è toccato accogliere e darti la notizia che era necessario tornare a Bologna, e da lì il silenzio: solo il tuo ultimo saluto.
Caro Nando, amico mio, amico di tanti, amico vero: so con certezza che se sono quello che sono è anche merito tuo, perché ognuno di noi è un mosaico in cui vivono le persone che ama ed ha amato. Questo vale per molti di noi, vale sicuramente per quelli cui sei stato più vicino e che hai amato di più.
Ma se questo ancora non ci consola, poiché non abbiamo potuto dimenticarti, sappiamo che ci rincontreremo: forse saremo diversi, ma sono sicuro che ci riconosceremo e ci ameremo ancora, speriamo per sempre.
Arturo Esposito - Sono anni che manco da Chieti, e quando Nando è volato via, erano comunque già tanti anni che non lo vedevo..... le parole di "Ciccio" mi hanno riporato alla mente gli anni del liceo, anni non sempre facili per me, anni che sono rimasti indelebili nella memoria..... Nando Palazzone, Franco Pelliccia, ragazzi che ci hanno lasciato troppo presto e che spesso ricordo, anche se non ho mai avuto un rapporto di vera amicizia con loro, eppure li ricordo anc'ora, come fossero ancora vivi... li ricordo ancora in aula, dietro i banchi del "G.B. Vico", la nostra scuola, quella che avrebbe dovuto "formarci" e che comunque ci ha fatto crescere... ricordo perfettamente il sorriso un po' malinconico di Nando, le sue battutte, il maglioncino con il collo alto che spesso portava, le "cazzate" che facevamo durante le gite, durante la ricreazione ...... Ciao Nando.... un giorno ci rivedremo...... un saluto a tutti i miei compagni di classe che non vedo più da anni ma che rivedrei volentieri..... Ciao a tutti...
Giuseppe Bellelli - Eravate alti e gentili con me più piccolo, quando vi incontrai per la prima volta al campetto di basket della Civitella, e mi invitaste a giocare con voi Francesco, Nando, Franco. E poi, negli anni seguenti, mi rivedo insieme a voi ancora sotto canestro, o a seguire i passi del vostro cammino.
Alessandra Donatelli Castaldo - I ricordi si confondono con le lacrime per un dolore mai sopito... Gli ultimi anni di Nando qui a Perugia sono stati per me i più intensi... vicini, complici, uniti... Ci aiutavamo su tutto. Nando mi ha tenuto compagnia ed era a casa con me mentre il mio primo nipote nasceva a Chieti e per consolarmi per la mia assenza (avevo un esame il giorno dopo e lui "mi risentiva"...). Andò a comprare una bottiglia di spumante e ci scrisse sopra "Mario 1982!!"... Abbiamo fatto il primo lavoro insieme, ricordando i tempi del liceo, le gite scolastiche e il legame tra la vostra classe e la mia (anzi tra le ragazze della mia classe e i ragazzi della vostra!!!!). Mi piace pensare che Nando, Franco e Carlo facciano la nostra camminata comica e goliardica (parapà parapà parapà... come sulle strade di Pompei... ricordi... nel ...76..?!!) Ma su un meraviglioso viale alberato e circondato dai fiori... lassù... ridendo... felici e finalmente liberi dai mali terreni di ogni genere. Noi da quaggiù possiamo solo (rim)piangerli con tanto tanto affetto e celeste nostalgia. tvtb Ciccio... Lo spazio e il tempo non dividono... e noi eravamo una "famiglia"!!! Regala un fiore Nando anche per me.
Giulio Obletter - Mi sembra ieri, le parole di Rosaria in una Cripta densa di sofferenza, rimpianto dolore. Mi porti alla mente i ricordi di Nando liceale, ma Massimo mi porta quelli delle elementari. Tanto sono sbiaditi i pensieri di questo ventennio quanto vividi, indelebili quelli di quei primi cinque anni, il Maestro Rapposelli... Non ho frequentato Nando nella maturità, ma ogni volta che ci s'incrociava con lo sguardo era come se il tempo non fosse passato. Grazie Francesco, per avercelo ricordato, senza pudori, con il cuore,qui.
Paola Mene - Lo ricordo, abitava a venti metri da noi. La sorella era la professoressa di mia figlia, il padre collega di mio marito. Questo bel ragazzo che risaliva per via Mater Domini... sempre gentile che salutava... e ricordo la notizia improvvisa della sua fine... Sarebbe stato un grand'uomo marito e padre... Troppo breve la sua vita... Ma eterno il tuo ricordo...
Marzia Di Marzio - Hai saputo esprimere l'amore che ha unito tutti noi in quegli splendidi nostri anni in quello splendido nostro incontro! Un amore che resiste agli anni, alla lontananza. Un amore che rende ancora vivo il nostro Nando con la sua fantastica esuberanza e grandezza, e che ci restituisce ancora vivide le essenze di Carlo e Franco. Ci sento tutti stretti nel nostro abbraccio nel nostro paraponzi!
Enrico Rapposelli - Ho avuto la fortuna di essere amico di Nando, una persona "speciale"... Grazie Francesco per averlo ricordato!!!
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