Carissimo Gino,
ho sentito stamane la tua voce commossa nel ricordare il mio Nando, e sono sommessamente a parlarti di lui come mi hai richiesto.
Chi era Nando per me: un angelo disceso dal cielo che certo non avevo alcuna preferenza per meritarlo, ma di cui il buon Dio ha certamente voluto farmi dono!!
Nando (Ferdinando Maria) è nato il 13/02/1959 nell'avita casa di via Mater Domini 9 in Chieti, casa dove è vissuto anche dopo sposato (18 maggio 1989) con la sua adorata Annunziata, fino alla sua morte avvenuta il 28/11/93 in Bologna presso l'Ospedale S. Orsola, ove era ricoverato.
Quando è spirato, teneva ancora sul freddo comodino in ferro il fascicolo nel quale aveva inserito l'ultima sentenza emessa come Pretore Onorario della Pretura di Chieti alla fine della sua breve carriera professionale conclusasi con la sua altrettanto breve ma più che matura esistenza
Non era nuovo a questo sistema di lavoro che aveva sempre espletato nei lunghi giorni di ricovero ospedaliero che lo avevano visto più volte effimero vincitore della sua inclemente malattia durante i lunghissimi otto anni del progredire di quest'ultima
Nando si era diplomato tempestivamente a pieni voti presso il nostro insostituibile Liceo Classico “G.B. Vico” di Chieti iscrivendosi subito dopo alla Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Perugia presso la quale aveva conseguito la laurea il 23 febbraio 1983.
A quell'epoca aveva già molta dimestichezza con le materie giuridiche perchè, sin dagli anni del ginnasio mi era stato sempre vicino, come insostituibile presenza nel mio studio, anni durante i quali, non mi vergogno a dirlo, qualche volta mi aveva anche richiamato all'ordine in qualche momento di immancabile sconforto della mia vita professionale.
Che dirti della sua vita? Dovrei riempire pagine e pagine per descriverti le gioie, i timori, le ansie, le indubbie soddisfazioni che ho avuto da quando l'ho preso in braccio per la prima volta (pesava 5 kg. alla nascita!!) a quando, disgraziatamente e con strazio, ne ho colto l'ultimo sguardo con cui mi chiedeva aiuto nella fredda stanza del S. Orsola che ne ha accolto l'ultimo respiro.
Tante altre volte mi aveva guardato durante la sua vita chiedendomi un aiuto (quasi potessi tutto!!) aiuto che gli avevo sempre potuto dare risolvendo ogni suo problema, senza nulla potergli dare, disgraziatamente in quel supremo istante.
La sua vita professionale, comunque, pur certamente breve, è stata altrettanto certamente inversamente proporzionale ai molteplici incarichi ottenuti in tale periodo: Consigliere Tesoriere presso l'Ordine degli Avvocati e Procuratori (all'epoca) di Chieti; Pretore Onorario fino alla data della sua morte, presso la Pretura di detta città, socio fondatore dell'AIGA di Chieti; intestatario della Camera Civile presso il nostro Tribunale onore che oltre dieci anni dopo la sua morte hanno voluto dargli amici e colleghi che ancora ne ricordano le doti; Guardia Marina presso la Capitaneria di Porto di San Benedetto dove ha prestato servizio per circa due anni con il detto grado conseguito a pieni voti, presso l'Accademia Militare di Livorno, Capitaneria dove ha anche svolto i compiti di avvocato per gli incarichi afferenti il suo grado.
Avrei ancora tante cose da ricordare e da dire, ma queste sono e devono rimanere nell'animo di un padre restato sconsolato ed inconsolabile, certamente solo anche durante la festosa cerimonia delle Toghe d'Oro dove sono stati in molti i figli avvocati premiatori dei propri genitori e dove solo il caro e buon collega, Avv. Camillo Tatozzi, lo ha stretto a sè in un caloroso abbraccio dato con l'affetto di un buon pater familias più che con il formalismo di un Presidente dell'Ordine che rappresentava
Un ultimo onore ha poi avuto Nando, forse il più grande per lui stesso e per i suoi familiari, ed è stato quello ai riposare nella sua ultima notte al di fuori del sepolcro, nella sede dell'Ordine degli Avvocati e Procuratori presso il Tribunale di Chieti, accolto al suo arrivo da un'ala di colleghi e di magistrati, ai quali ancor oggi va il mio commosso ringraziamento, ove lo hanno vegliato per l'intera notte i familiari e gli amici e colleghi che più lo avevano stimato ed amato.
Tienili, se vuoi e puoi, per te questi miei ricordi e queste mie sofferte parole ed abbiti un affettuosissimo abbraccio da parte mia.
Antonio Palazzone
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