Adamoli & Famiglia STRINA

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Isidoro Strina ritratto nel 1872 con i sei figli
e la moglie, alla quale stringe la mano



"Aquila 23 Settembre 1872
Il lavoro è orazione e preghiera.
Alla diletta Consorte e Figli carissimi. Isidoro Strina"

Studio Fotografico S. Saltarello - ROMA - Via Nazionale n. 54


I danneggiati politici del Risorgimento




         La famiglia Adamoli si lega alla famiglia Strina in seguito al matrimonio avvenuto a Tempera il 10 dicembre 1843 (L'Aquila) tra Giuseppe Maria Adamoli & Doralice Strina (vedi l'Atto di Matrimonio). Le notizie in possesso su questa famiglia provengono dalle memorie di Umberto intitolate "Famiglie Strina Adamoli - Da Como ad Aquila"
        In queste memorie è riferito che la famiglia Strina era giunta a L'Aquila "qualche anno prima" del 1840 da Ascoli Piceno . "Gli antenati erano di Capri, ed appartenevano alla nobiltà napoletana, con seggio a corte. Avevano ad Aquila, precisamente a Tempera, ove alloggiavano una parte dell'anno, una avviata attività industriale, con cartiere e fonderia di rame".
         Che questo ramo della famiglia Strina sia originaria di Ascoli Piceno lo si desume anche da un passo di una pubblicazione che argomenta sulle cartiere dell'aquilano: viene citato proveniente da Ascoli un Domenico Strina quale "esperto straniero nelle cartiere aquilane" "che nel 1833 risulta affittuario della cartiera di Tempera, 'abile e ben intenzionato' siccome lo descrive l'allora proprietario dello stabilimento, Ignazio Niccolò Vicentini" (1).
         Il capo famiglia è proprio questo Domenico Strina, il quale è sposato con Vincenza Candela ed ha quattro figli: Giacinto, Isidoro Febronia e Doralice.
- Giacinto Strina, "laureato e consacrato nell'ordine dei Francescani con il nome di Padre Emidio", era padre provinciale ad Ascoli Piceno;
- Isidoro Strina, nato ad Ascoli Piceno nel 1817, è un ingegnere, perito agrimensore, sposato ad Angela Maria Bizzoni con sei figli. Fu Decurione con funzioni di Segretario a Paganica. Ricordato tra i patrioti aquilani (
2), fu componente del comitato insurrezionale denominato 'Comitato della morte'; venne coinvolto nei moti risorgimentali denominati 'Fatti di Paganica', processato e condannato a sette anni di relegazione nell'isolotto di Santo Stefano (vedi Storia minima risorgimentale - I tre cognati Giuseppe Adamoli, Isidoro Strina e Ascanio Vicentini). Isidoro "il 2 agosto 1852 dopo tre anni di carcere, faceva ritorno a casa (...) per effetto della grazia ottenuta per intercessione della regina alla quale si era rivolta la di lui moglie Angelamaria. La scarcerazione purtroppo era accompagnata da una rigorosa sorveglianza di polizia e dall'interdizione dell'esercizio professionale, durata sino alla liberazione d'Italia". I figli maschi di Isidoro, ingegneri, parteciparono alla costruzione della ferrovia Sulmona-Roma;
- Doralice Strina, nata ad Ascoli nel 1820 e morta a Teramo nel 1888, si sposa con Giuseppe Adamoli nel 1843 ed ha sette figli tra il 1844 ed il 1859: Gelasio, Luigi, Giovanni, Aldobrando, Maria Cristina, Marta e Lucia. Vive tra Ascoli, Tempera, Tossicia, Teramo e Giffoni Valle Piana (Salerno);
- Febronia Strina si sposa a L'Aquila nella primavera del 1844 ed ha nove figli con Ascanio Vicentini (3) (figlio di Bonaventura Vicentini, nato a Tempera nel 1808, agrimensore, Eletto e di Decurione per il Riunito di Tempera), anche questi patriotta, capo del 'Comitato della morte' di Paganica, processato e condannato alla pari del cognato a sette anni di relegazione (4).
         In seguito alle condanne politiche le attività industriali degli Strina nella cartiera e nella fonderia di rame vanno in crisi, poiché a causa dell'occupazione dei borbonici, che si erano insediati nella casa di questi, risultò impossibile continuare a lavorare. Gli Strina si ritirarono quindi a L'Aquila. Domenico Strina morì nell'agosto 1851.
         Attualmente potrebbero vivere a Roma con altro cognome alcuni discendenti degli Strina, in particolare di Febronia sposata Vicentini; nelle sue memorie Umberto riferisce invece che a L'Aquila non erano rimasti superstiti di questa famiglia; Umberto aveva conservato rapporti con una cugina Maria Rizzacasa Strina che viveva ad Orsogna e che insieme alla famiglia trascorreva il periodo estivo a Silvi Marina (
5).

Note

(1) Walter Capezzali, "Le cartiere aquilane e un sondaggio sulle filigrane delle carte antinoriane (sec. XVIII)" in "Archeologia industriale nel Parco del Vera", vari, L'Aquila, 1985. ß

(2) Vedi "La provincia dell'Aquila nel Risorgimento Nazionale" (Quaderni risorgimentali abruzzesi) di Giuseppe Buccella - Edizioni "Attraverso l'Abruzzo", 1961 - pagina 20. ß

(3) L'ultimo dei figli di Ascanio si chiamava Vittorio Vicentini. Il figlio di questi si chiamava pure Ascanio, avvocato, e viveva intorno alla metà del novecento a Roma con la madre Aurora. Una delle figlie di Ascanio si chiamava invece Settimia Vicentini ed era invece sposata con un ingegnere Massimo. ß

(4) Ascanio Vicentini aveva un fratello Ignazio, che a sua volta aveva un figlio di nome Luigi (nato nel 1822): entrambi furono testimoni nel processo per i 'Fatti di Paganica'. ß

(5) Lo stesso Umberto nella sua rubrica possedeva alcuni nominativi che riconducono; ad una Strina residente a Bari e ad alcuni Rizzacasa viventi in quei tempi (metà '900) a Roma:
- Strina Guglielmina vedova Bonino - Rione Carrassi - Case Mutilati 63 - Bari
- Famiglia Rizzacasa - Piazza Urbano 16 - Roma
- Avv. Gr. Uff. Salvatore Rizzacasa - Procuratore Generale della C.S. di Cassazione - Piazza Urbano 16 - Roma
- Menina Rizzacasa ved. Montecchia - Via Pigorini 16 - Roma
- Avv. Giovanni Rizzacasa - Studio - Piazzale (?) - Roma
ß

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