Pagine in Libertà - 2014 - I testi possono essere copiati citando la fonte - ww.adamoli.org/free/raffaello-sanzio


[Home Page]

Il primo pittore dei tempi moderni

      Quando si dice che Raffaello fu il primo pittore de' tempi moderni, non vuolsi già intendere che superasse ogni altro pittore in ogni parte dell'arte, sibbene ch'egli possedé tutte insieme le parti della pittura in quel grado da niuno mai raggiunto. Fu sovrano nel disegno, e cedé a Michelangelo solo nella teoria de' muscoli e nel carattere forte. Non adegua nella scienza delle ombre il Correggio, né è pari a Tiziano nel colorito, quantunque lo abbia pareggiato in alcuni ritratti.
      Tutti vince però nell'espressione, non essendovi moto dell'animo cui non sappia atteggiare i volti de' suoi dipinti. Sopra tutti sollevasi nell'inventare e nel comporre. Ei sa scegliere il momento più opportuno alle sue rappresentanze; la principale figura si offre spontaneamente allo sguardo; una è sempre l'azione, né mai affettato il contrapposto. Nella grazia può paragonarsi ad Apelle, cui è anche simile per la benignità verso gli emuli. Nelle mani e nei piedi pochi il pareggiano, né già per castigatezza di forma, ma per espressione, trovando sempre la movenza più adatta al sentimento e all'azione che vuol rappresentare.
      Nelle mani però gli attacchi dell'ulna al radio sono troppo sentiti, e lasciano spiccar troppo la testa dell'osso radiale. Ma ove Raffaello toccò nel disegno un apice né superato mai dagli emuli, né raggiunto dagli artisti susseguenti, fu nelle teste, quasi tutte perfettissime di forma, insigni pel tipo ben adatto ai caratteri differenti, egregie per varietà, ricche di vita, e se così possiamo dire, di parola. Nei nudi non giunse però mai alla severa perfezione di Fidia.
      La scienza dell'insieme, affinata dal sentimento di grazia che gli si era connaturato, guidò il sommo ingegno di lui anche nella scelta delle drapperie. Studiate queste sul vero, come faceva di tutto il resto, non andava ad acconciare i panni sul manichino, ma li gettava sulla persona in quel modo ch'era più adatto alla ragione del muoversi d'ogni figura. Per siffatte cose Raffaello è, con Dante e Michelangelo, la gloria suprema d'Italia e l'onore dell'uman genere.