Michelangelo su Raffaello
Ond'è che gli scrittori della vita del Sanzio giunti a questo periodo, mal sapendo concepire come un Raffaello potesse aver migliorato tanto se stesso, ed ingrandito così la sua maniera, fondarono sistemi, e tormentarono la storia per poter su Michelangelo fondar la gloria d'aver ingrandito Raffaello. Supposero secreto mene di Bramante per poter far vedere i freschi della Sistina al giovane suo parente; falsarono alcune date perché i fatti coincidessero colle cono posizioni; e come avviene quando a tutto costo si vuol difendere un'opinione od un sospetto, si falsificò la verità della storia.
Noi certamente non neghiamo che il fare grandioso, fiero e terribile del pittore e scultore fiorentino abbia contribuito moltissimo su di Raffaello, che lo stimava e lo ammirava grandemente, come abbiamo già accennato; noi siamo certi che l'emulazione destatasi fra questi due grandi abbia al sommo giovato a tutti due; ma non possiamo credere che la vista dei freschi della Sistina, procurata, come dicono, di soppiatto a Raffaello, abbia prodotto ad un tratto l'ingrandimento di stile della Scuola d'Atene; perché l'epoca in cui Raffaello poté, come dicono, col favor di Bramante penetrarvi, è posteriore all'epoca in cui egli già aveva terminato l'intera sala della segnatura.
E molte opere del Buonarroti si vedevano in Firenze e Roma, oltre anche al cartone della Guerra di Pisa; e da queste e dall'antico il Sanzio aveva potuto attingere lo stile grandioso, e parecchie ragioni potevano consigliar Raffaello di attenersi nella Disputa del Sacramento a quel fare meno artificioso; benché già da buon tempo si sentisse capace di trattar quel soggetto nella sua terza maniera, che adoprò subito dopo nella Scuola d'Atene.
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