Della vita e delle opere di Pompeo Gherardi

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      Pare che a Bologna slessa entrasse in inlima relazione con Lorenzo Costa, allievo del Francia ; e in un di lui quadro, che possiede il conte Teodoro Leclii Bresciano dipingesse la testa del S. Antonio da Padova. Ciò si desume da una cronaca manoscritta nel 4580 dal P. Gio. Francesco Mallazappi.
      Da Bologna si recò anche una volta in Urbino per riabbracciare i parenti e gli amici scampati alla peste che aveva desolato, nel 1506, la sua patria. Questa volta trovò Guidobaldo che viveva felice in una corte splendidamente rinnovcllata. Aveva esso, alla presa di Forlì, riacquistato i tesori del padre ed arricchito le sale del suo Castello stupendo con lavori di pittura, d' orificeria^ d'intarsio, di bronzo e di marmo. Allora, beato della sua Elisabetta Gonzaga, accoglieva nelle stanze ducali quanti in dottrina ed in armi erano uomini in quel tempo famosi. Citiamo : Giuliano de' Medici sopranominato il MagnificoAndrea Boria — Ottaviano e Federico Fregoso — Lodovico da CanossaPietro Bembo — Bernardo da Bibiena — Cesare Gonzaga — Gaspare Pallavicino —• Lodovico Pio — Sigismondo RiccardiAlessandro Trivulzio — lo scultore Cristoforo Romano -— Bernardo Accolti — Niccolò Frisio ed altri di minor conto. Basta poi leggere il Cortigiano del Castiglione per conoscere come a tutte le piccole corti Italiane so-pravvanzasse in virtù, in sapere ed in gentilezza la corte di Urbino.
      Il principesco soggiorno, la conversazione con gente sì valorosa e sì dotta, e Y affabilità di quei signori, più padri che sovrani del popolo, doveano fare grande e viva impressione ncil' anima giovane e neir ingegno svegliato di Raffaello. Fin da quel tempo infatti contrasse amicizia, clic conservò poi sempre cara, con molti, ma particolarmente con Pietro Bembo e con Baldassarre Castiglione} ed ebbe modo di mostrarsi con diverse opere veramente pittore.
      Per il Duca Guidobaldo dipinse un S. Giorgio, che sopra un cavallo bianco assalta e trafigge con la sua lancia un dragone. Nel fondo, fra delle roccie, si vede inginoc-


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Della vita e delle opere di Raffaello Sanzio da Urbino
di Pompeo Gherardi
Tipi Savino Rocchetti
1874 pagine 160

   

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