Della vita e delle opere di Pompeo Gherardi

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      sinistra di elii li guarda ; mentre a man diritta son le ligure di S. Giacomo e di S. Agostino; che invitano i fedeli all' adorazione del Salvatore. Due angeli in aria librati sostengono il Baldacchino, mentre due altri vezzosissimi se ne veggono a pie del trono con in mano una pergamena che stan leggendo. 11 quadro fu commesso dalla famiglia Dei per la chiesa di S. Spirito, ma rimasto incompiuto fu poi condotto a termine da Nicola Cassano, artista molto lodato dal Ratti nelle Vite dei pittori Genovesi. Giulio Romano e Francesco Penili discepoli ed eredi dell' Urbinate, lo vendettero a Baldassare Turini presidente della Cancelleria Pontificia, che lo coliocņ a Pescia sua patria. Dalla Casa Buonvicini fu poi venduto a Ferdinando Cranduca di Toscana che lo pose in Palazzo Pitti. Sotto l'impero del I Napoleone nel 1799 venne trasportato prima a Parigi, poi a Bruxelles, e Firenze non lo riebbe se 11011 dopo la pace del 1815.
      Poco prima di lasciare Firenze mandava al suo condiscepolo Domenico di Paride Alfani un prezioso disegno di Sacra Famiglia che doveva servire per un quadro da collocarsi nella Chiesa dei Domenicani in Perugia, e clic si conserva a Lilla nella collezione legata a quella cittą dal pittore Wicar, con la scritta seguente di mano di Raffaello medesimo: » Non vi scordate, Domenico, mandatemi la canzone d' amore che Riccardo compose nei suoi trasporti, viaggiando. Ricordate e Cesar ino che mi mandi un sermone e fategli i miei complimenti. Nč vi scordate di pregare donna Atalanta (Baglioni) che mi faccia pervenire il mio danaro„ e procurate che mi dia monete d' oro, come Cesarino gią le disse. Se io posso ancora fare qualche cosa per voi, scrivetemi. »
      Raffaello toccava allora i 25 anni, il suo nome cominciava a ripetersi in tutte le parli d'Italia, ed egli medesimo si accorgeva di aver forze bastevoli per paragonarsi con Lionardo e con Michelangelo, col pittore del Cenacolo e col disegnatore della guerra di Pisa. Scrisse allora una lettera allo zio Simone di Ballista Ciarla di Urbino, sollecitandolo a fargli avere dal prefetto di quella cillą una raccomanda-


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Della vita e delle opere di Raffaello Sanzio da Urbino
di Pompeo Gherardi
Tipi Savino Rocchetti
1874 pagine 160

   

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