Della vita e delle opere di Pompeo Gherardi
zione pel Gonfaloniere di Firenze essendo anch'egli desi deroso lasciare alcuna memoria nel palazzo della Signoria. La lettera, riportata dagli scrittori della vita del Sanzio, ha la data dell'XI aprile MDV1I1, ed esiste nella Biblioteca di Propaganda a Roma che l'ebbe dal Museo Bogiani di Velletri,
In essa, oltre la detta raccomandazione, deplora la morte del Duca Guidobaldo; raccomanda che facciano onori senza asparagno nìssuno a Taddeo Taddei giacché egli a questo ricco Fiorentino si dice ubbligatissimo quanto che uomo che viva; e dà commissione di alcuni oggetti d'arte. È un documento che rivela un' anima riconoscente verso il suo principe : affettuosa verso i suoi parenti, gratissima verso un suo benefattore, e piena d'affetto per l'arte in cui sentivasi grande.
Nello stile e nei modi di dire Raffaello adopera certa maniera da far supporre che mancasse eli quella buona coltura che s'impara con una educazione diligente. Però molti osservarono bene che l'Urbinate scrivendo in tutta famigliarità a' suoi parenti, usasse forme e modi propri al dialetlo del suo paese ; mentre in altre mandate a personaggi autorevoli mostrò di saper scrivere da uomo profondamente erudito delle cose antiche. S'ignora se mai da Urbino ricevesse la lettera desiderata; sappiamo solo che nel 1508, lasciando parecchi lavori incompiuti, abbandonò d'improvviso Firenze per andarsene a Roma presso il Pontefice Giulio II. — Or non potrebbe ragionevolmente supporsi che il giovane Duca, il quale da fanciullo aveva conosciuto il Pittore, piuttosto che al Gonfaloniere di Firenze lo avesse raccomandato alla Corte papale ? In ogni modo sembra che i cieli avessero destinato Roma a teatro delle sublimi grandezze dell' Urbinate.
Vili.
Raffaello a Roma è presentalo da Bramante a Giulio IL
Nel secolo XVI il Vaticano era divenuto una fra le più splendide e sontuose corti d'Europa, dove favorite dal Poli-
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