Della vita e delle opere di Pompeo Gherardi
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italica poesia si veggono rappresentate. Omero canta i suoi versi eroici che vengono sopra papiri scritti da un giovane, mentre Dante e Virgilio, l'uno inaerņ pei patimenti, l'altro ilare per le grazie imperiali, lo riguardano con ammirazione. E dove vedi la magnifica figura di Saffo con la Teba-na Corinna, Anacreonte e Petrarca; e dove Pindaro con Orazio; e dove Ovidio col Sanazzaro Bocaccio e Tebaldeo; e dove Ennios Properzio, Tibullo e Catullo, tutti esprimenti la diversa indole con le varie attitudini e con le varie sembianze. La vista di questo affresco stupendo faceva scrivere al chiarissimo Missirini i bei versi che seguono: Ecco Apollo, e le Muse in regal manto, Omero e tutto il coro a lui subbietto; Veggio spirare i volti, e ascolto il canto Che d'alta melodia m'innonda il petto. Eppur dell'arte, č un dolce inganno, e a tanto Deli'Arcangeģ d'Urbin salse il concetto; Senonchc ciņ che un giorno a noi fu vanto Or ci ritorna di grav'onta obbietto. Che quel greco, latino, italo senno Espresso in varie modulate note Sulla tromba, sul plettro e la zampogna, Ai vizi nostri che al mal far ci denno,
E al secol che dal sonno non si scuole, Disdegnoso contrasta, e ci rampogna. Al disotto della pittura č una finestra ne' cui spazi laterali Raffaello dipinse a chiaroscuro due soggetti relativi a due grandi Poeti dell'antichitą. Da una parte č Alessandro che fa deporre il Poema d'Omero nella tomba di Achille; dall'altro Augusto che impedisce si bruci l'Eneide, siccome era volontą di Virgilio.
L'allegorica figura della Giustizia č quella che si collega con la quarta ed ultima istoria di questa sala stupenda. Un diadema le orna la lesta ed ha nelle mani spada e bilancia. I quadro puttini che le stanno intorno, portano questa iscrizione: ius suum unic.uique tribnem.
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