Della vita e delle opere di Pompeo Gherardi

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      IloNeil' alto ilella tavola è Cristo clic in mezzo a Mose e ad Elia s'innalza nell'aria, circondato da una luce, clic par luce davvero. Gli Apostoli Pietro, Giacomo e Giovanni che avevano col loro maestro salilo il Taborre, si veggono a terra prostrati che con vari espressivissimi gesti, dimostrano, non potere, siccome ancora rivestiti dalle spoglie mortali, sostenere il bagliore di quella luce, per la cui forza invece Mose ed Elia si fan vivi.
      Nella parte inferiore del quadro non la divina si vede, ma 1' umana natura ; e 1' occhio del riguardante si ferma sull' episodio di queir ossesso che vien presentato dal padre, perchè ne caccino lo spirito reo, agli apostoli rimasti a'piedi del monte, e che additano al postulante la figura di Cristo, come per dirgli che il vero liberatore non è più con loro, e per congiungere con un legame naturalissimo la parte inferiore con la superiore del quadro. Vicino all' ossesso che strazia il cuore con la sua morale e fisica sofferenza, dipinse Raffaello una giovane e leggiadrissima donna sotto le sembianze della sua Fornarina, che ritenuta per una sorella o parente dell' infelice, inginocchiata dinanzi agli apostoli, voltando loro la testa, mostra con grande afflizione la miseria del povero spiritato.
      Sublime è l'espressione delle diverse figure, le teste degli apostoli più che belle, egregio il modo col quale sono sfilati e condotti i capelli e le barbe, il panneggiamento grandioso, e l'effetto della prospettiva, del colorito, del chiaroscuro a tal grado di forza, che mai dall' Urbinate ne fu mostrata altrettanta. Che se qua e colà appajono annerimenti, lo si deve attribuire non tanto pel nero di fumo usato negli ultimi tempi dal Sanzio, quanto pei ritocchi che dette all' opera il pennello di Giulio Romano da cui fu condotta all' ultimo compimento.
      Alcuni chiamarono questo il capolavoro di lui che fece tanti capolavori. Molti con noi non lo credono, perchè nel Cristo trasfigurato non trovano tutta quella pura e schietta natura che è in tanti fra i lavori che siamo andati fin qui descrivendo. V) sempre però grandissima 1' opera con


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Della vita e delle opere di Raffaello Sanzio da Urbino
di Pompeo Gherardi
Tipi Savino Rocchetti
1874 pagine 160

   

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