Della vita e delle opere di Pompeo Gherardi
Ilila quale Raffaello dava l'estremo saluto all'arte e alla vita; e molti affermano che morisse a tempo, per non vedere quell' ammanieramento, col quale la scuola di Michelangelo soperchiando le altre, spense quell'arte divina che l'Urbinate iu trentaselle anni di vita, aveva con tante opere, e con tanto amore innalzato all' ultima gloria. Egli non vide
10 studio della natura dimenticalo, morto il sentimento, vilipeso l'esempio dei vecchi maestri, gradito l'esageralo e
11 contorto, lodala e raccomandala la servitù d'imitare gli antichi marmi, tutte cose che ferirono l'arte per modo clic ancora se ne risente. —
Della morte del grande, parleremo in apposito articolo, dopo avere discorso delle sue opere architettoniche e di scultura. —
XXV.
Raffaello Architetto e Scultore.
Fin da (piando era con Pietro Perugino, Raffaello aveva comincialo a studiare l'architettura; perchè in quel tempo gli artefici non si tenevano abbastanza fondati in una professione se le altre eziandio, come fra loro affini, non abbracciavano.
Quindi ito a Roma fu primo tra gli allievi del suo concittadino Bramante il quale aveva fondalo una scuola intenta a rifare l'architettura del Lazio con regole giuste e sapienti. Il Sanzio, con quell'ingegno miracoloso, seguitando gl'insegnamenti del maestro e la tendenza dei tempi, divenne poi adoratore delle antiche rovine, le quali si prese a regola, senza però ad esse sacrificare le grazie d'una pittoresca immaginazione. Per ciò le fabbriche da lui disegnale e che per ordine di tempo andremo citando, sebbene severamente classiche nella ordinanza e negli ornamenti, hanno un non so che di armonico, di vario, di sereno che forse nessun altro degli architetti stilisti seppe agguagliare in quel secolo.
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