Della vita e delle opere di Pompeo Gherardi
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dici in questo assai grave argomento, riferiamo la controversia, facendo osservare come il Sig. Arminio Grimm, studiato questo marmo, espresse l'opinione che esso fosse un tipo adoperalo da Raffaello per i suoi putti, tanto somiglia a quelli dipinti nelle di lui opere più famose.
Del resto nessuna meraviglia che Turbinate pittore sommo e architetto egregio si esercitasse ancora nella scultura. L'istoria di questo solenne periodo dell'Arte produsse troppi uomini universali, onde dubitare della facilità che avrebbe potuto aver Raffaello anche nel trattar la creta ed il marmo. Leonardo, Michelangelo e Giulio Romano, per tacer d'altri, dipinsero, architettarono, scolpirono. Era il secolo dell'operosità, dell'emulazione; secolo, per le arti, assai diverso dal nostro ! —
XXV X.
Gli Allievi di Raffaello.
Grande consolazione per Raffaello dovette essere quella di vedere fiorire nella sua Scuola così eccellenti maestri i quali seguitando la sua maniera di ritrarre le caste bellezze della natura, s'incamminavano verso la perfezione. E avessero pur seguitato a camminare sull'orma divina, anche dopo la morte del sommo pittore. Ma così non accadde, colpa in parte dei tempi che tralignavano. Nelle Corti salivano in favore le leggerezze accademiche ; sì che le arti non ricercarono più le forme del bello nella bella natura e nelle sublimi ispirazioni dell' anima ; ma nella novità, ncll' arditezza dell' esecuzione, in tutto ciò che poteva dilettare i sensi ed eccitare l'immaginazione del popolo. L'idea dei vecchi tempi si cancellava, lo spirito umano non si acconciava più a purificare con l'arte la vita pubblica, la religione degli avi, la nobiltà dei sentimenti. Tutto invadevano la luce e l'eleganza mondana. Gli artisti non erauo che per arreccare diletto alle classi privilegiate, e si precipitava fra le più fallaci maniere.
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