Della vita e delle opere di Pompeo Gherardi
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zione dei Virtuosi, domandato al governo il permesso di aprire il sepolcro di Raffaello, Y ottenne il 7 giugno 1833 e il nove settembre dell' anno stesso, allo scoccare di mezzogiorno, cominciarono le assidue ricerche. Per tre dì scavarono inutilmente intorno 1' altare, che solo il 12 pensarono di rimuovere per vedere se nulla vi fosse al di sotto. Il giorno li pure in sul mezzogiorno, alla presenza del Cardinale Zurlo,, di parecchi commissari, di notari e medici fu trovata una sepoltura simile a quella descritta dal Vasari ; che sebbene quasi distrutta per le frequenti innon-dazioni del Tevere penetralo là sotto, conteneva uno scheletro assai ben conservato. Meglio di tutti descrisse questo avvenimento il gran pittore alemanno Federico Overbek di Lubecca in una lettera diretta il 18 Settembre 1833 a Filippo Veit Direttore dell' Istituto di Belle Arti di Staedel e Francoforte sul Meno. Esso racconta la commozione provata d'innanzi a quelle venerabili ossa, e a quel cranio, sede del genio, nel quale, benissimo conservate, si vedevano intere le due corone dei denti.
La cassa contenente il corpo di Raffaello trovossi bene ricoperta da un intonaco di scagliola e di calce, sul quale si vedevano ornati leggermente dipinti in nero ed in rosso. Le vesti con le quali il cadavere fu seppellito dovettero essere unite con piccole fibbie e spilli di metallo.
Il Cav. Fabris ne volle tolto qualcuno per conservarlo come reliquia, facendo ricollocar gli altri nella nuova cassa unitamente allo scheletro. Questo misurava in lunghezza 7 palmi e mezzo romani. Il cranio si trovò, come dicemmo, benissimo conservato, meno che un poco guasto in quella parte la quale combaciava col suolo umido per le acque dei Tevere che colà sotto filtravano. Questo cranio, dal Fabris modellato in plastica, fa bene comprendere quanto bella doveva essere la lesta dell'Urbinate, presentando in genere tutte le parti quell'eguale sviluppo, che costituisce l'armonia della forma. I denti, fortemente attaccati, erano di una biancheza mirabile; quattordici nella parte snperiore e quindici nella inferiore. La mano destra, l'operatrice di tanti miracoli, fu
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