Della vita e delle opere di Pompeo Gherardi

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      Condiscepolo di Leonardo, presso il V'erocchio, fu Pietro Vannncci, detto il Perugino. Non ebbe di certo nè la potenza del concepire, nè l'ampiezza del fare, nè la scienza del Vinci ; ma nella prima metà della sua artistica vita, allorché si lasciava liberamente guidare dalla ridente natura del suo paese, pur seguitando le tradizioni di Nicolò Alunno, egli condusse delle opere piene di una dolcezza incantevole. Fu sempre il pittore delle anime sinceramente cristiane.
      Nelle vicinanze dell' Umbria, a Borgo Sansepolcro e in Arezzo, due pittori godevano fama di ottimi per la elevatezza del loro stile, sebbene in un genere tutt'opposto a quello della Scuola del Perugino ; Pietro della Francesca e Luca Signore-Ili. Il primo fu il creatore di quella nuova maniera, mentre il secondo ne offeriva mirabilissimo esempio con l'affresco del Giudizio finale nel Duomo d'Orvieto. Ben si può dire che questo dipinto spronasse Michelangelo per la via del sublime.
      Tale era in compendio lo stato dell' arte in Italia, allora che il giovane Raffaello imparava da suo padre le prime regole del disegno e della pittura. È già per un' artista grande fortuna il vedersi, fin da bambino, circondato da cose d'arte; il potere nella fanciullezza giuocare con matite e pennelli, e ripetere i primissimi insegnamenti dal proprio padre. Raffaello ebbe anche l'altro vantaggio, non meno prezioso, di vivere fino alla sua adolescenza in un paese ove le arti fiorivano e sotto un principe che le onorava e le proteggeva, rendendo la sua corte singolare per la nobiltà dei costumi e per la pratica di tutte le civili virtù.
      Ma non solamente alle Arti, si anche al gusto intellettuale era propizia quell'epoca.
      Cominciavano in Italia a studiarsi con grande amore i classici greci e latini, che necessariamente dovevano condurre allo studio e alla ricerca delle opere dell' arte antica. Guidobaldo duca di Urbino era egli stesso uno dei letterali più colli del tempo. Aveva al suo fianco poeti, scrittori e sapienti in ogni parie dello scibile umano. Tale predilezione per la letleralura e per l'arte, in tutte cose manifestandosi, svegliarono la mente del giovane Raffaello.


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Della vita e delle opere di Raffaello Sanzio da Urbino
di Pompeo Gherardi
Tipi Savino Rocchetti
1874 pagine 160

   

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