Della vita e delle opere di Pompeo Gherardi

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      1.V2
      i masclìi c caratteristici tipi romani, e le gigantesche opere di Michelangelo.
      Dai marmi greci attinse la perfettibilità delle forme ; dal tipo romano la vita e le pittoriche movenze; dai lavori del Buonarroti una emulazione clic se per lui fu pericolosa, per gli altri tutti fu grandemente funesta. Certo che nel periodo della vita romana toccò il sommo della perfezione nel comporre. Chi poi meglio di lui seppe unire insieme le linee, producendo con esse l'armonia e l'unità delle masse? Chi lo superò nel disporre con felice annodamento le figure in modo che pure formando gruppi, sembrino unite dal easo? chi potò mai emularlo nel bilanciare i gruppi stessi fra loro, serbando sempre una magnifica varietà nelle linee e nel far campeggiar una figura sull'altra, evitando sgradevoli parallelismi, o confusione di gambe e di braccia? Così pure fu a Roma che mirabilmente dipinse i piedi e le mani con espressione non superabile, giacché trovò sempre la movenza più adatta al sentimento e all'azione che voleva rappresentare.
      La posa delle figure Raffaellesche è parte sopra ogni altra notevole ed istruttiva. Volle sempre il pittore che in quelle, comunque poste, prodominassero una spalla ed un'anca. Tale disposizione produce un rilievo magnifico c una tal quale ondulazione di linee, che mentre toglie la monotonia delle parti piane, imprime alla figura una impronta del tutto plastica da poter servire di perfetto modello. Questa particolarità o procedesse da uno speciale sistema seguito da Raffaello, o fosse tutta cosa creala dal sentimento, è un fallo che forma parte caratteristica di ciascuna figura. Noi l'accenniamo, gli artisti la studino.
      Le teste poi dipinte dal Sanzio toccarono a Roma una originalità e una bellezza inimitabili. Sono quasi tutte perfettissime di forma, insigni pel tipo bene addalio ai caratteri differenti, egregie per varietà, ricche di vita, e, se così possiamo dire, di parola. In esse è un delizioso insieme de'tipi umbri, toscani e romani. Sembra poi clic la natura a lui desse una delicata bellezza di corpo; quasi a modello da seguitarsi, e a talismano contro i tipi volgari e deformi.


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Della vita e delle opere di Raffaello Sanzio da Urbino
di Pompeo Gherardi
Tipi Savino Rocchetti
1874 pagine 160

   

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