Raffaello Sanzio Architetto di Raffaele Ojetti
che prima ancora che si portasse a Roma, molto addentro aver egli dato nelle architettoniche dottrine per il lungo studio che usò in prospettiva alla scuola di Pietro, e le pratiche che tenne in Firenze ed in altre Città limitrofe coi più valenti architetti.
Nel quadretto della Presentazione nella predella della tavola dell' Incoro-nazione di Maria, l'azione si svolge sotto un portico, la cui disposizione offre la più grande analogia con il portico del tempio dal Perugino dipinto nello Sposalizio di Caen. In questo si rimarcano gli stessi archi sviluppantisi su le stesse colonne joniche. Raffaello si è contentato aggiungere nella sua composizione due arcate ed aumentò così lo sfondo dell'edificio.
lAnnnniiazione della stessa predella, l'Artista ci offre allo sguardo una corte, circondata da un portico, che è chiuso da colonne di ordine composito, reggenti degli archi. La prospettiva di questo interno è irreprensibile ed esaminandola si ha una prova di più, del come poco dopo arrivato Raffaello in Firenze, egli ha potuto insegnare a Fra Bartolomeo questa scienza, allora tanto ricercata e studiata. I capitelli ricordano il tipo adottato nei cortili dei palazzi di Urbino e di Gubbio, come quelli del palazzo Strozzi in Firenze.
Volendo proseguire l'indagini sulle altre opere di Raffaello, diremo che questa predilezione ai fondi per le sue composizioni pittoriche ritraenti architetture, pare a noi di osservarla tutte le volte che un soggetto richieda maggior importanza e nobiltà di scena.
Difatto l'esempio dello Sposalizio, che certo deve essere stato il primo saggio di lavoro di mole per il giovane artista, lo ritroviamo, dico, nella Scuola d'<Ateiie, nell'Incendio di Horgoy e perfino in alcune composizioni fornite all' incisione, senza tener conto delle pitture nella Libreria Piccolo-mini in Siena da esso per buona parte immaginate con assai belle prospettive, per giovare al condiscepolo Pinturicchio che ne aveva avuta la commissione. Decorazioni architettoniche tutte, che, chiunque pongasi a riguardare il quadro, trovale;di suo gradito interesse, perchè quegli sfondi sono l'ambiente ingegnosamente dal pittore combinato, verosimile e rispondente all' azione ideata.
Tutto il mondo conosce 1' ammirabile affresco denominato la Scuola d'xAtene, il quale formando quasi 1' ultima parola dell' arte parrebbe uscire dai limiti dell'intelligenza umana. La scena ci presenta uno stupendo sfondo architettonico, un vasto portico, le cui volte sono ornate da cassettoni e le cui nicchie fra i pilastri racchiudono a manca la statua di Apollo, a dritta la Pallade Atenea. Questo splendido interno, in cui Vasari trova l'ispirazione di Bramante, richiama mirabilmente i templi augusti e che tanto bene de-
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