Raffaello Sanzio Architetto di Raffaele Ojetti

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      Conosciuti i primi saggi di studio sulla architettura, vediamo in qual modo il Sanzio attratto e sospinto dal progressivo perfezionarsi nell'arte della sesta, si sentì invaghito di lei da professatesi caldo ammiratore e devoto cultore.
      Un ambiente favorevole a farlo divenire quanto bravo pittore, celebrato architetto andavasi svolgendo all'epoca sua. Sagge riforme accettava l'arte tutta, apportatele da sommi artisti, i quali in breve lasso di tempo alle produzioni proprie alla rinascenza, contrapponevano splendidi esemplari di un risorgimento sviluppato e completo.
      Facciamoci un' idea dei caratteri che distinguono l'architettura di que-st' epoca in cui Raffaello, tra lo splendore della gloria di tanti altri sommi maestri, può brillare di luce propria non men viva e potente.
      Colla denominazione di Cinquecento intender si deve quella maniera eli' ebbe per iscopo 1' esatta imitazione dell' arte antica greco-romana, che non deve essere confusa col Risorgimento il quale, è vero, si ispirò esso pure all'aite classica, ma con tale libertà ed indipendenza per cui si tenne sempre lontanissimo da qualsiasi plagio.
      Nel modo che 1' arte del Risorgimento si sviluppò e fiori in ispecial modo nell'Italia Settentrionale, così il Cinquecento ebbe culla in Toscana e fu proprio di tutta la parte centrale e meridionale della penisola. Forse ciò è dovuto all' influenza che naturalmente dovevano esercitare sugli artisti e sulla generalità della popolazione gli avanzi, allora abbondantissimi, degli antichi monumenti romani, nonché i materiali lavorati che da essi si potevano ritrarre; al contrario di quanto doveva accadere nella Lombardia, e nella Venezia, ove gli avanzi romani scarseggiavano, e magnifici e numerosi erano i monumenti del Medio Evo, ed ove un'arte tutta propria ed originale man-tenevasi gradita ed apprezzata.
      Lo stesso Cinquecento esordisce con una imperfetta imitazione dell'arte romana; fu nei suoi primi saggi più razionale, se non più squisito di forme di quel che fu in seguito, quando per tracciare una via nuova all'arte sorsero geni capaci di strascinarsi dietro la maggioranza degli artisti e d'imporsi coll'esempio delle proprie opere, nelle quali davano prova di aver colto nel bello, ove si poteva rinvenire, e questo averlo fatto proprio senza copiarlo servilmente.
      Iniziavasi appena il Cinquecento, quando la scoperta dei libri di Vitruvio diede nuova esca agli studiosi d'inoltrarsi nei segreti dell'arte classica, ed il Cinquecento entrò in una nuova fase che si potrebbe chiamare aurea per l'architettura; come ben si chiamò aureo tutto il secolo in cui mecenati, come
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Raffaello Sanzio Architetto
Discorso
di Raffaele Ojetti
Tipografia F.lli Centenari Roma
1883 pagine 40

   

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