Raffaello Sanzio Architetto di Raffaele Ojetti
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essere arrivato il suo giovane parente a maturità per procurarsi e sapersi mantenere un onorato posto nella Corte Pontifìcia, lo raccomanda a Giulio II. Come in altro tempo Giuliano da San Gallo aveva proposto al Papa per l'esecuzione del suo Mausoleo, lo scultore Michelangelo, come in generale è nelle abitudini delle case principesche che 1' architetto presenti gli artisti da impiegarsi alla decorazione degli edifìci, si può ammettere che Bramante seppe scegliere 1' occasione di aprire al suo compatriotta un campo più vasto al suo valore in arte.
La p:\); osta del Bramante fu subito accettata dal Pontefice, tanto più che alla prima parola che gli fu indirizzata, egli potè ricordarsi di avere conosciuto il raccomandato alla Corte stessa dei Duchi di Urbino, ove Papa Giulio qualche anno innanzi era stato ospitato splendidamente, nel mentre che da Roma portavasi a riconquistare Bologna. Di più è verosimile il sollecito favore accordato a Bramante, quando si consideri che quel grande Sovrano, ambizioso di gloria, cercava questa non solo nella politica, ma ancora più nello sviluppo e progresso delle arti. Diggià il più grande degli architetti ed il più grande degli scultori erano occupati all'esecuzione dei suoi progetti, ad esso occorreva un grande pittore, ed egli ebbe la saggia ispirazione di chiamare Raffaello.
Raffaello, trasportato di gioja per 1' inatteso invito del Papa, alla fine dell'anno 1508 lasciata Firenze si recò in Roma.
Raffaello entrava nella nostra Città nelle condizioni le più favorevoli e splendide, al servizio di un principe, che univa ad un carattere energico la viva intelligenza delle cose temporali. Grande Sovrano, Capitano illustre, Giulio II onorò le arti e le scienze. Egli rilevò i costumi sì depravati sotto Alessandro VI, e ricondusse la pace, di cui Roma da lungo tempo non aveva goduta.
Le imprese artistiche di questo Papa sono in ispecial modo ammirevoli. A lui non fu concesso di vederle portate a termine, ma ad esse diede col-P ajuto dei suoi talenti, chè sapeva riconoscere e scegliere il merito, quel-l'impronta di uno spirita sublime e trascendentale. Fu Giulio II che principiò a mettere in esecuzione l'immenso progetto di Niccolò V d'ingrandire il Vaticano fino alb proporzioni di un vera città pontifìcia, ove avessero a trovar dimora, non solo il Papa ed il suo seguito, tutto l'alto clero, e tutti gli ospiti di rango elevato, ma tutte le amministrazioni clericali, da aver così un palazzo vero centro della Cristianità. Fu Giulio II finalmente che concepì il piano di rinnovare la vecchia Basilica di S. Pietro in tal maniera, che si meritasse sotto tutti i rapporti il nome di primo tempio dei Cristiani.
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