Raffaello Sanzio Architetto di Raffaele Ojetti
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ti Raffaello appena presentato a questo Pontefice si ebbe da lui, condegna accoglienza, la commissione di decorare nell'appartamento, già stato di Papa Borgia, la Camera della Segnatura per la quale il Sanzio dipinse le figure della Teologia, della Poesia, della Filosofia, della Giurisprudenza. Il soggetto scelto per queste pitture, abbracciando l'insieme delle conoscenze che ravvicinano l'uomo alla verità divina, guadagnarono la piena approvazione del Pontefice, il quale diede incarico al pittore di arricchirgli tutte le altre Camere con più grandiosi affreschi.
A concepire i soggetti di queste nuove dipinture, se pur non fosse bastato il naturai genio posseduto dai Sanzio, potè venire in suo ajuto la mente di tanti eruditi personaggi, i quali, riconosciuti i talenti del nuovo protetto del Papa, cooperarono a fargli rilevare lo spirito di cui era animata la società d'allora, tutta inspirata all' ammirazione della grandezza del mondo antico. Neil'uniformarsi a questo culto tributato al classicismo, trovò Raffaello in un subito occasione di attingere maggiormente alle fonti del bello.
Nel tempo medesimo in cui l'Architettura in Roma tornava per opera del Pintelli e del Bramante a vestire le forme dell' antichità-, statue antiche, rinvenute in gran moltitudine negli scavi, venivano esibendo alla scultura ed alla pittura i modelli più squisiti, ed esercitavano cosi una notevolissima influenza nello svolgimento delle arti.-Giulio II per il primo diede loro ospitalità in Vaticano, onde fu il fondatore del museo che ivi si trova, di quel grandiosissimo Pantheon di sculture antiche, nel quale assumono espressione monumentale il lavoro associato di lunghi secoli, l'infanzia, la perfezione, ed il decadimento del genio umano, ed i più intimi concetti delle religioni e dei popoli antichi.
Furono quelle antiche opere che misero in mostra le leggi del buono stile e della perfetta esecuzione tecnica; resero ben purgato il gusto; e lo studio su quelle opere fu per gli uomini tutti di quell' epoca un vero bisogno della vita. E tale bisogno sentì Raffaello necessitato a dover ingrandire per le nuove pitture la sua maniera, affissar modelli di perfetto disegno anatomico, studiar sugli autori classici per trovar confronti alle magnanime imprese del potente suo mecenate.
Vasari fa coincidere l'apogeo dell'arte moderna colla scoperta delle classiche sculture : il Lacoonte, il Torso, l'Apollo, la Venere, l'Ercole e la Cleopatra. Le opere di Raffaello sono là nello stesso Vaticano e nella Farnesina, per dargli amplissima ragione.
Nello stesso modo che Bramante appena venuto in Roma, sedotto dalle bellezze rivelategli dai resti delle antiche fabbriche e dai precetti di Vitruvìo,
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