Raffaello Sanzio Architetto di Raffaele Ojetti
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dizio abbastanza reciso, sul quale il Pontani, assieme alle misure di quel poco di ruine, vi compone nel suo libro un fabbricato altrettanto vasto ed ornato di quello tuttora esistente ed integro.
Nel 1515 Leone X andando a Firenze, come già accennammo, vogliono alcuni che conducesse seco Michelangelo e Raffaello, per aver da ciascuno di essi un progetto adattabile al prospetto di S. Lorenzo. Fu durante questo soggiorno in Firenze che Raffaello ebbe occasione di fabbricare i due eleganti palazzi che questa Città conta fra le sue opere più insigni di architettura. Il Palazzo degli Uguccioni situato sulla piazza della Signoria è stato per alcun tempo attribuito a Michelangelo, ma non occorre di a-vere un occhio molto esercitato nella conoscenza della maniera particolare di ciascun maestro, per rifiutare una tale opinione. A prima giunta si scorge che il gusto e lo stile dell' alzato del Palazzo è affatto conforme a quello di altri palazzi già conosciuti in Roma e d'invenzione di Raffaello, quali, il Vidoni ed il palazzo stesso di Raffaello ; e poi non si riscontrano quei piccoli dettagli di ornati capricciosi appartenenti al gusto di Michelangelo.
La facciata del Palazzo di cui trattasi, presenta in un piccolo spazio un insieme che ha della grandiosità, con un aspetto semplice e ricco ad un tempo. Sopra un basamento a tre arcate rustiche s'innalzano due piani ornati di colonne incassate. L'ordine del primo piano è jonico, quello del secondo corinzio. Bramante e Raffaello usarono di accoppiare le colonne od i pilastri contro le spalle delle finestre : la larghezza che suol darsi tuttora a queste spalle nei palazzi d'Italia è molto favorevole a questa pratica. In generale, la facciata di detto palazzo è commendevole pel gusto delle modanature e dei profili assai corretto e per la nobiltà e forma degli stipiti che servono di cornice alle finestre.
Degno di maggior osservazione è in Firenze il Palazzo architettato da Raffaello pel Vescovo, stato suo grande amico, come dice Vasari, Troja Giannozzo Pandolfini. La costruzione di questo palazzo può assegnarsi a circa l'anno 15 17, così facendoci supporre una bolla di Leone X a favore del Pandolfini con la quale il Papa toglie qualsiasi difficoltà, perchè nell'area destinata al nuovo fabbricato venga inclusa quella di un oratorio o chiesa di S. Silvestro. Si ritiene però che quel disegno non fosse eseguito nella sua integrità e che il palazzo dovesse innalzarsi su tutta l'area occupata al pianoterra dalla attuale costruzione. Alcune antiche incisioni avvalorerebbero questi supposti, la cui realizzazione avrebbe tanto efficacemente contribuito alla maggior bellezza ed imponenza dell'opera.
Il materiale adoperato per la decorazione è di pietra forte. La parte
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