Raffaello Sanzio Architetto di Raffaele Ojetti
Il mio discorso giunge al suo fine. Propostomi di esporre a Voi, Egregi Colleghi, a grandi tratti uno studio sul Sanzio quale Architetto, io asseriva fin dal principio che questo studio presentava non piccolo interesse per l'arte, e che se esso non era dell' importanza cui riconoscesi dagli eruditi nell'argomento di Raffaello pittore, pure il tema poteva offrire elemento sufficiente ad uno scritto o libro di non piccolo volume. Difatti riepilogando il fin qui detto, uno scrittore che fosse più di me valente e nella penna e nel giudizio, troverebbe il lavoro ripartito nelle seguenti parti :
Stato dell'Architettura in Italia alla fine del XV secolo. Differenze fra l'Architettura del risorgimento e quella del cinquecento. Condizione dell'architettura in Roma alla venuta di Raffaello. Rimarcare come Roma si mantenne classica a preferenza delle altre Città nelle sue arti, vieppiù nell'architettura. Studi degli architetti sulle sue rovine.
Bramante trasforma il suo stile mostrato in Lombardia in uno più classico appena venuto in Roma — Suo esempio offerto a Raffaello — Inclinazione allo studio dell'architettura rivelata da Raffaello fin da' suoi primi quadri. Esercizio che ei fece in prospettiva, ed importanza di questo esercizio per bene avviarsi alla pratica d'architettura. Ammaestramenti che può aver tratto Raffaello dagli architetti fiorentini nella sua dimora a Firenze. Gli studi sulle antichità di Roma e su Vitruvio gli fanno modificare la sua maniera, si in architettura, come pure in pittura, nella quale rivelasi classico non solo per i soggetti improntati alla mitologia ed alla antichità, ma per la forma delle figure che ritraggono i contorni ed i panneggiamenti della statuaria greco-romana, per un modo di colorire che prende il tecnicismo dalle pitture a suo tempo discoperte in Roma, Pompei, Ercolano. Raffaello architetto di S. Pietro e dei Palazzi Pontifici. Raffaello valente archeologo, e suo favore ed impulso dato alla erudizione artistica. Constatare il fatto che, se l'influenza di Michelangelo fu sentita da Raffaello con qualche nocumento in pittura, non ebbe nulla a temere il nostro Sanzio in Architettura, giacché fin che egli visse, Michelangelo non ebbe occasione in Ro.na di rivelarsi architetto.
Esame delle fabbriche veramente progettate ed eseguite da Raffaello, e giudizio su quelle attribuite a lui ed alla sua scuola. Prerogative e qualità speciali che presentano allo studioso le costruzioni raffaellesche considerate nello stile, negli ordini, nelle disposizioni delle masse e dei dettagli, nell'ornamentazione, nel gusto, nella comodità in relazione al tempo ed agli usi e costumi dell'epoca dell'architetto. Confronto fra l'architettura del cinquecento, detta bramantesca, lombardesca, fiorentina, con quella eseguita in Roma da Bramante e da Raffaello. In fine assodare, come la maniera d' architettare di questi due Maestri sia stata la più propria e confacente a Roma per l'epoca in cui vissero questi artisti, venendo infine a stabilire che ai giorni nostri essa maniera può dare ammaestramenti di sagge ed utili applicazioni.
Un libro che trattasse tutti questi punti così interessanti alla Storia ed allo esercizio dell' Architettura, a cui andasse unito una esatta illustrazione delle opere, non potrebbe essere che un condegno contributo al monumento dalla riconoscente posterità elevato alla fama e gloria del grande Urbinate.
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