Istoria della vita e delle di Quatremere De Quincy
» XI «
oonsecrai una specie di culto, io dicessi qual è il posto che la mia ammirazione gli assegna, si comprenderebbe forse il disegno eh9 io avrei avuto, se fossi stato da tanto, di dare agli altri l'idea ch'io ho concepita dell'ingegno di lui. Egli è adunque un semplice omaggio di più che io desiderava gli si rendesse. Volli anche contribuire al prolungamento della sua gloria nel durare dei secoli; perchè mi è sembrato che gli scritti, qualunque ei sieno, abbiano, fisicamente parlando, facoltà di poter sopravvivere ad ogni altra opera. E siccome non è certo che nel naufragio dei libri, se pur ve ne deve essere ancora, ai migliori soltanto tocchi l'andare salvi, così non è tolto il lusingarci, massime dopo l'esempio del passato, di essere rispettati dalla cieca fortuna.
Del resto io ho fatto ciò che ho potuto per rendere quest'Istoria compita. Ho avuto il vantaggio di vedere e rivedere quasi tutte le opere di cui rendo conto: ho regolata la menzione isterica coli'ordine cronologico assolutamente necessario, quando si voglia far conoscere la via cui Raffaello percorse, e l'andamento progressivo del suo ingegno.
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