Istoria della vita e delle di Quatremere De Quincy
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fosse da prima a città di Castello, dove producesse un certo numero di quadri, dei quali non si saprebbe staredei più begli ornamenti della sceltissima galleria dell' egregio cavaliere e professore sig. Giuseppe Longhi in Milano , posseduto altra volta dai signori conti Zurla di Crema. Rappresenta un S. Sebastiano , mezza figura. Il Santo non è nudo come al solito , e con frecce conficcate nelle membra ; ma vestito elegantemente, e portante una sola freccia colla destra, indizio del suo martirio. La fisonomia è dolcissima ed amabilissima, somigliante perfettamente, in età più giovane, al ritratto che il Sanzio fece di sè medesimo nella famosa scuola d'Atene. L'esecuzione è diligen-tissima ad un tempo e più franca ed ardita delle opere sue anteriori^ i capegli sono scherzati in un modo maraviglioso, il colorito è vero , fuso e vivace, ed è dipinto in modo chc il tempo lo ha rispettato m ogni parte fino a'nostri giorni. L' altezza di questo quadretto dipinto sopra tavola è di centimetri 43 per ù5 di larghezza.
Nella stessa galleria si trova un altro piccolissimo quadretto centinato, sopra legno, di mano del Sanzio, di oentimetri n Vi di lunghezza, per 5 % di altezza. Rappresenta l'Annunciazione dell'Angelo a Maria: sta essa a sedere colla fronte modestamente inclinala sul davanti, colla manca mano tiene un libro, e porta la destra al petto. L'Angelo è semiginocchioni innanzi a lei, colla destra le porge la benedizione dell'Eterno, nella sinistra tiene un giglio. 11 fondo è d'una stanza, dove si vede un letto; e si l'Angelo che la Vergine hanno la testa adorna di aureole dorate e piene. La composizione, le proporzioni, le movenze, 'le pieghe,
i caratteri delle teste, tutto annuncia la mano del Sanzio nell'età sua prima, per quanto si può giudicare in figure di si piccola dimensione. Questo quadretto giaceva rispettato , ma sconosciuto presso un amatore in Livorno, ed è di buona conservazione.
Nella i* e a.a delle lettere sopra alcune opere dell'Urbinate per noi aggiunte alla fine di questa Storia, troveranno li nostri lettori la descrizione di un altro dittico stupendissimo di Raffaello posseduto dalla nobile famiglia Fumagalli in Milano ; e d'un altro quadretto non meno stupendo dello stesso artefice, acquistato da pochi anni dal nobile uomo il sig. conte Paolo Tosi di Brescia.
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