Istoria della vita e delle di Quatremere De Quincy
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disegno, non si vede pià quale¦ bisogno egli abbia in seguito , ebe gli sia aperta segretamente la porta della cappella Sistina, per mostrargli la maniera del suo rivale : il perchè tutti li racconti su questo proposito, siccome lo si dirà a suo tempo, potranno perdere molto del loro valore.
* Egli è dunque certo che Raffaello avea veduto e riveduto in Firenze il più bel lavoro di Michelangelo nell'arte del disegno. E chi potrebbe dubitare che n'abbia da esso tratto il suo profitto? Ma in qual maniera? Questo è il segreto che noi non conosciamo. Una tale influenza produce nel morale gli effetti medesimi che derivano al fisico dagli alimenti, i quali non giovano nè in egual modo, nè con eguale misura a tutti coloro che ne usano. Per appropriarsi, o rendersi famigliari certe qualità nella imitazione delle belle arti , fa uopo una predisposizione, quella cioè, della simpatìa di gusto e di facoltà. Fra questo gran numero di meriti diversi, che non è dato a nessuno di potere tutti m sè riunire, si sa eh' awene dr quelli più o meno inconciliabili fra di loro: onde avverrà che l'artista dotato d'immaginazione o di sensibilità, per esempio, e portato con preferenza ad esprimere la grazia e la bellezza , sembrerà trarre un partito più sentito dai modelli di forza , di arditezza, di scienza anatomica, risulta-menti tutti di studj , che hanno relazione ad un altro genere di merito.
Ci sembra che quanto dovette avvenire, succedesse a Raffaello nella maniera medesima che l'abbiamo detto. Michelangelo gli avrà insegnato sicuramente a dare maggiore sviluppamento alle forme del suo disegno, maggiore libertà ed ampiezza al $uo stile ; ma ciò che^.ooQle
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