Istoria della vita e delle di Quatremere De Quincy

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      > 63 «sdalla famiglia degli Dei per una cappella della chiesa di Santo Spirito ; del quale ne teniamo parola, perché, restato in abbozzo, mostra a qual punto la riputazione del Sanzio erasi cresciuta, e quanto erano ricercate le opere del suo pennello \
      * Questa tavola , sappiamo dal Bottari, note al Vasari, che fu comperata da Baldassare Turìni dagli eredi di Raffaello , e che la mise nella sua cappella nella pieve della sua patria ; e dalla casa Bonvicini di Pescia fu venduta al granduca Ferdinando , nel cui palazzo Pitti si conserva, avendone mandato coli una copia eseguita da Carlo Sacconi< e nella raccolta dei quadri del Granduca di Toscana si vede intagliata dal p. Loreuzini.
      Parlando il Bencivenni di questa tavola nella nota xcu , al suo Saggio istorico già ricordato, osserva che, quantunque il Vasari la dica dipinta da Raffaello quando fu per 1» terza volta in Firenze, a lui pare sia affatto della maniera di quella operata per Lorenzo Nasi ; e prende quindi occasione di far considerare quanto male sia stata finora rischiarata la storia de'primi anni del Sanzio.
      Intorno al compimento di questa tavola ne dice il Ratti nelle Vite dd pittori genovesi, che fu mirabilmente eseguito da Niccola Cassana, detto il Niccoletto ; il quale quando attendeva al finimento di essa, era talmente internato nel suo lavoro, che neppure udiva chi l'interrogava ; e quando le sue tinte non gli riuscivano vivaci da poter conformarsi, e seguitare le tracce di quel divino Maestro si agitava per terra , quasi farnetico e gridava ,
      qui ci voglio dello spirito.....voglio che per quelle carnicircoli il sangue.
      Anche il P. Della Valle ha riportato questa opinione alla fine della Vita di Raffaello , ediz. di Siena. Ma il dotto Marietle in una delle sue lettere a monsignor Bottari , dubita assai della verità di tale asserzione, parendogli impossibile eh' essa tavola potesse essere terminata da nessun altro, che da uno della scuola del maestro. Fedi Bottari, Lettere pittoriche, voL 5.°, pag. 366.
      Questa tavola poi venne in seguito allogata al Del Rosso, il quale la operò mirabilmente. - Vedi Vasari, tomo 4-°> P«g-


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Istoria della vita e delle opere di Raffaello Sanzio da Urbino
di Quatremere De Quincy
Sonzogno Milano
1829 pagine 847

   

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