Istoria della vita e delle di Quatremere De Quincy
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Nessuna delle opere fette dal Sanzio prima della sua renata in Roma, ci ha fatto conoscere certamente il benché menomo contatto con quel gusto sublime di disegno, che forma la gloria del maestro della scuola fiorentina. Raffaello e Michelangelo dopo il i5o8 dovettero trovarsi assieme in Roma, siccome viene confermato dai fatti : quivi sicuramente Io studio di certi capi d'opera antichi allora scoperti (fra gli altri il torso disegnato replicatamente da Michelangelo) avrebbe potuto riunirli in un gusto comune, ma il bello antico, siccome l'abbiamo già detto, è come la natura, nella quale trova ciascuno quello che gli addita il genio di cercarvi. Michelangelo non studiò dell' antichità che le statue virili, come il dimostra ogni suo lavoro, e non v' attinse che la scienza : 1' Urbinate in vece non mirando che al bello, ed atto a raccorne da tutte parti gli elementi, attese a combinarli ed a perfezionarne il rìunimento in Roma per un soprappiù di studio dell' arte degli antichi; si fu il bello, onde l'antichità cattivò il suo gusto. L' abitudine 1 di considerarla sotto questo lato, di studiarla sotto questo rispetto fini a dargli superiormente a tutti gli altri pittori quella purezza che non tiene punto alla secchezza, quella grazia priva affatto d'affettazione , quella nobiltà di stile senza pompa , e quella ricchezza d'invenzione inesauribile; qualità tutte che si ricercherebbono inutilmente nelle opere di Michelangelo *.
* « Con tutto ch'egli avesse veduto tante anticaglie in Roma, e ch'egli studiasse continuamente. » Vasari, Vita di Raffaello, P«g. «8i.
* Chi potn'a figurarsi, dice d'Agincourt, il contento che dovette provare il bel genio di Raffaello alla vista dell'Apollo e^.ooQle
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