Istoria della vita e delle di Quatremere De Quincy

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      saccio , diremmo che sarà stato indotto a prendere tale partito dalla divisione in tre campi della superficie, che doveva essere riempiuta dalla sua composizione.
      Per altro deesi riguardare questo quadro come una novità nella pittura di quell' epoca , e come una prova dell7 ambizione eh7 ebbe Raffaello d' abbracciare 1' universalità di tutte le parti della sua arte. Nissuno certamente prima di lui aveva pensato a considerare la pittura dal lato degli effetti, o dei contrasti d' ombre e di lumi. Raffaello trattando in questo quadro una scena notturna , seppe trovare nelle divisioni degli spazj , onde abbiamo parlato, da produrre l'illusione di tre specie di lumi} quello dell'Angelo splendente , quello della luna, e quello d' una face. Si sa che la magìa di simili effetti nei quadri è ciò che resiste meno alle ingiurie del tempo, il quale certamente ha indebolito il valore delle tinte e dei colori di quest' opera : ma deve pure alla posizione che occupa contro il chiaro qualche cosa che ne favorisce l'illusione ; e per poco che l'immaginazione si presti a dargli una parte di ciò che ha perduto, si converrà che, ad eccezione di alcuni artefici , li quali si diedero determinatamente ad un genere speciale nelle illusioni e negli effetti del lume, pochi pittori storici disputano ancora al presente il primato sopra l'Urbinate * : e '1 quadro di Attila onde siamo per
      * Il Vasari istesso dopo d'avere descritta colle espressioni della più sentita ammirazione questa pittura , ne chiude la sua viva narrazione con queste parole : « E per cosa che contraffaccia la notte, più simile di quante la piuura ne fece giammai, questa è la più divina , e da tutti tenuta la più rara a. Vedi ibidem , pag. 188.
      Anche il Taia in proposito di questa pittura ci dice : « È di^.ooQle


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Istoria della vita e delle opere di Raffaello Sanzio da Urbino
di Quatremere De Quincy
Sonzogno Milano
1829 pagine 847

   

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