Istoria della vita e delle di Quatremere De Quincy
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La corte del Vaticano venne eretta sopra il suo pro-
patria li 29 gennaio 1798 da una truppa vile d'ignoranti' fanatici ; e sulle belle prime asserisce nel modo più chiaro «1 evidente , come quest' opera Raffaello copiasse intieramente ed esattamente , almeno in quanto alla invenzione e al composto , da quella un poco più grande eseguita da Pietro alcuni anni prima. Prende in esame quanto su di essa scrissero il Vasari e il Lanzi , e dimostra come dessi caddero in errore, volendone attribuire al Sanzio la invenzione ; siccome con quest* ultimo cadde pure in errore il P. Luigi Pungileoni, asserendo che Raffaello imitasse da Giovanni suo padre la figura in iscorcio che spezza la verga.
Nella seconda lettera, che serve di schiarimento e di appendice alla prima, ragiona di nuovo più minutamente, delle suddette due tavole, descrivendole amendue, e facendone conoscere diligentemente le variazioni tutte che P una dall' altra distinguono , non valenti per altro, siccome estranee al grande oggetto che nelle due tavole si rappresenta, a togliere a quella di Pietro il vanto d' essere T originale , nè all' altra di Raffaello il nome d'essere la copia. Fermandosi quivi a parlare specialmente del maraviglioso tempietto, onde il Vasari non sa abbastanza encomiare la bellezza , ne viene alla persuasiva conclusione ch'esso tempietto venisse sulla tavola di Raffaello disegnato da Pietro istesso ; intorno a che , ed a molte altre savie osservazioni in proposito dello studio che Raffaello potè fare si per tempo dell'architettura e della prospettiva., rimandiamo li nostri lettori alla lettera medesima del sullodato sig. avvocato Mancini, la quale è degna veramente dell'attenzione de' critici intelligenti, e di tutti coloro che desiderano vedere rettamente nelle opere de' nostri sommi connazionali. Solo noi qui aggiugneremo ch'egli dopo di aver creduto nella prima sua lettera che la tavola di Pietro si trovasse in Roma, ne avvisa nella seconda, eh' essa ne andò a Parigi al tempo del fatale spoglio, siccome leggesi anche a pag. 14 del Catalogo de' capi cT opera , che passarono coli , Milano, ediz. seconda; e che al suo ritorno per l'Italia rimase in Lione , donate dall' immortale Pio VII ad un distinto generale francese , al quale professava speciale gratitudine. Da alcun altro^.ooQie
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