Istoria della vita e delle di Quatremere De Quincy
> i5a «sperchè puossi affermare , che la scultura non ne sa— prebbe trovare uno più adatto e per la posa, e pel carattere , e per 1' aggiustamento, a rappresentare 1' Apostolo de'Gentili, di quello di San Paolo posato su la sua spada. La figura di Santa Maddalena, e quella di Santa Cecilia, supposte in marmo tali come si ammirano in questa tavola , sarebbono eccellenti opere di scultura.
Il quadro di Santa Cecilia, rispetto specialmente alla pittura, distinguesi per una gran forza di tuono, e per quella energia di tinte e d'effetti che Raffaello cercava nel contrasto delle ombre, trattate soventi volte senza trasparenza. Questa pratica, la quale viene attribuita ancora più a Giulio Romano che a lui, era do* vuta alla poca esperienza che aveasi allora dell'effetto della mescolanza di certi colori nella nuova maniera di dipingere , la quale esigeva ben tutt' altra distribuzione di chiariscuri, da quella delle scuole precedenti. Da ciò provenne quell' aspetto piuttosto cupo del quadro di Santa Cecilia, nel quale abbiamo detto già che Giovanni d' Udine pinse gl' instrumenti musicali *, e nel quale credesi pure di riconoscere il concorso di Giulio Romano nella maniera di usare troppo nero nelle ombre
* Vedi poco prima a pag. i4».
** Il prelodato Milizia parlando del chiaroscuro, che , secondo lui, in piuura è C arte et usare i colori, e di distribuire i lumi e le ombre, affinchè rilevino quelle parli che hanno da comparir rilevate , (ondeggino altre, lisce queste , quelle rilucenti > aggiunge che Raffaello non conobbe i riflessi, « quali contribuiscono tanto alla chiarezza e alla grazia. Noi non pretendiamo di levarci a giudici di questa asserzione del Milizia,
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