Istoria della vita e delle di Quatremere De Quincy

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      venuta dall'abitudine in cui siamo di vedere che gli artisti di quel tempo riunivano la pratica di più d'un'arte, ed alcuni anzi quella di tutte. In conseguenza dell'uso allora sì comune d'una simile riunione, Vedremo ben presto come cosa probabilissima, che Raffaello facesse altrettanto colla scultura > nella quale è più probabile ancora che si sarebbe reso celebre, se la sua vita fosse stata più lunga. Tuttavia non si saprebbe ammettere la medesima probabilità rispetto all'intaglio. Non si vuol negare che un pittore tanto abile a maneggiare la penna, non avesse potuto darne un saggio sopra un rame col metodo della vernice e dell' acqua forte \ ma in allora non si conosceva ancora altra maniera che quella del bulino, e la pratica di questo istrumento esige un esercizio tutto allatto estraneo alle pratiche delle altre arti} e Raffaello non ebbe certamente la comodità di apprenderlo. A meno dunque di supporre che egli avrà potuto fare un tratto alla punta secca, bisogna contentarsi di credere che, s' egli ebbe qualche parte nella esecuzione de' suoi disegni col bulino, tale parte si sarà ristretta agli avvisi, e ad una direzione di gusto, la quale dovette essere sicuramente di molta utilità a Marcantonio \ >
      ' Anche il canonico Vincenzo Vittoria nelle savie sue Osservazioni sopra il libro della Felsina Pittrice, ecc. pubblicate e divise in sette lettere, Roma 1703, difendendo con molto senno Raffaello dalle molte tacce malamente applicategli dal Malvasia, in proposito delle stampe di Marcantonio, intagliate sui disegni del Sanzio, dice che veggonsene alcune prove ritoccate da Raffaello stesso: il ricchissimo e preziosissimo gabinetto di Stampe di sua maestà l'imperatore e re nostro Francesco I, che possiede la più bella e rara raccolta delle Incisioni di Marcantonio , ne^.ooQle


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Istoria della vita e delle opere di Raffaello Sanzio da Urbino
di Quatremere De Quincy
Sonzogno Milano
1829 pagine 847

   

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