Istoria della vita e delle di Quatremere De Quincy

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      di Raffaello, che occupa uu sì poco spazio nell' angolo del quadro, non ne parliamo ora, perchè dovremo ben presto ritornarvi : questi ritratti d' altronde non sono quivi che in luogo d' un'iscrizione che dicesse: Dipinto da Raffaello , allievo del Perugino.
      Il soggetto del Parnasso non solamente permise nella mescolanza dei poeti antichi e moderni, ma comandò a Raffaello un gran numero di ritratti, non più trasportati fìttiziamente sopra altri personaggi, ma veri e reali : come sono quelli del Petrarca, del Dante, del Boccaccio , dell' Ariosto e d' altri celebri Italiani.
      Le altre pitture delle sale ci fanno vedere : nel quadro dell' Eliodoro li ritratti di Giulio II, del segretario Pietro di Foliariis, di Marcantonio e di Giulio Romano ; nel quadro di Attila, quelli di Leone X, e dei cardinali Giovanni de' Medici e Bibiena ecc. : ed abbiamo di già fatto menzione dei ritratti di quelli che compongono il corteggio del Papa alla Messa di Bolsena, ed alle Cerimonie dell' incoronazione di Carlomagno.
      Ecco impertanto molto più che non facea bisogno per dimostrare quale pratica avesse Raffaello nell'arte del ritratto; con quale abilità, e sempre con quale riserbo , sapesse farli entrare senza discordanza nelle composizioni d' un tutt' altro genere , con quale facilità egli avesse 1' arte di passare dagli oggetti d' un' imitazione puramente naturale ai soggetti dello stile il più alto, il più ideale.
      EJgli dovette forse a questa abitudine di esercitarsi cosi, o nella medesima opera, o alternativamente, sopra le due sorta di vero onde componesi l'imitazione, l'aver sai* puto contenersi, nel trattare ciò the è ideale, iniuna misura tale che la natura non saprebbe disapprovare; e^.ooQle


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Istoria della vita e delle opere di Raffaello Sanzio da Urbino
di Quatremere De Quincy
Sonzogno Milano
1829 pagine 847

   

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