Istoria della vita e delle di Quatremere De Quincy

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      produrre. Hawi effettivamente una illusione legģttima in ogni imitazione 3 ed č quella che si riceve da una composizione talmente finita, che ciņ che vi ha di perfezione pei soli mezzi d'una sola arte, ci impedisce di fare attenzione nell' immagine che ci presenta, a quello che hawi in essa di fittizio > e necessariamente d'incompleto , se si confronti col modello naturale. Ma non č dato che alla capacitą e al genio dell' artista, di produrre per mezzo dell'ammirazione che concentra il nostro animo e li nostri sensi in un solo punto, quel genere d' illusione onde si parla.
      Ora questa specie di potenza č realmente quella del ritratto di Leone X. Non vi si saprebbe resistere, esaminando la profondezza del carattere della testa del papa, la nobile semplicitą della sua posa, la giustezza del sembiante, il vigore del colorito, il risalto delle forme , 1' esecuzione preziosa e finita di tutti gli accessorj. Il Vasari si č fermato principalmente a vantare gli aņ-cessorj del quadro : egli vi celebra la maniera onde sono trattati l'oro, la seta, le bordure del vestimento del papa , il lustro delle stoffe: le pieghe interseeantisi di queste stoffe, dice egli', sembra che facciano sentire ancora il romore del fregamento fra loro : non dimentica nč il libro legalo in pergamena, nč il campanello d' argento, nč i riflessi della palla d'oro della sedia a braccioli, sopra la quale siede il papa. Tali menzioni dirannosi minuziose , e che non consistono in esse nč l'ingegno del pittore nč il merito della sua opera. Nņ, senza dubbio, e il Vasari lo sapeva meglio d'un altro: ma obbligato egli a dare al lettore una idea di queste bellezze, onde le parole, specialmente scritte, non saprebbono trasmettere l'immagine alla mente, si rivolge alla descrizione


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Istoria della vita e delle opere di Raffaello Sanzio da Urbino
di Quatremere De Quincy
Sonzogno Milano
1829 pagine 847

   

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