Istoria della vita e delle di Quatremere De Quincy
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li capelli bruni, e il colore della sua tinta s' avvicina all'olivastro \
* Tale egli è ancora nel ritratto dipinto da lui stesso che trovasi nella galleria di Firenze ; di cui abbiamo parlato nelle nostre note a pag. £o , stato inciso anche da Gio. Martino Preisler nd tom. i.° del Museo Fiorentino, pag.
Tutti convennero dell' errore commesso dal Bottari, e ritennero per fermo, essere questo il ritratto di Bindo Altoviti, e non mai quello del pittore. Il solo prof. Federico Rehberg nella sua Storia del Sanzio già ricordata, ha voluto confermare a pag. i4 l'erronea opinione del Bottari, facendo un ingegnoso sforzo di provare il contrario di quello che una sana critica ha consolidato colle ragioni pittoriche e storiche le più evidenti, e le più convincenti. - Comincia egli a parlare della postura in cui è dipinto, del tempo in cui fu operato, analizza a suo modo la dottai dis* sertazione del Missirini, riportandone qua e là alcuni brani ch'egli crede di confutare senza la piò piccola buona ragione ; e parlando della interpretazione del Bottari, asserisce die questa venne accettala senza veruna verificazione. 1 nostri lettori non hanno bisogno certamente di richiamare la loro attenzione sulla falsità troppo patente di questa asserzione ; e se il sig. Rehberg non avesse dato segno nella sua opera d' essere uomo erudito della parte che ha impreso a trattare, converrebbe dire, che circa il ritratto in quistione, ha ignorato la parte storico-critica più importante; il che non è vero. - Credendo di confermare sempre più il suo assunto riporta le parole dell'Anonimo pubblicato dal Co-molli , a pag. 55, le quali parole avrebbono potuto momentaneamente avvalorare la pretesa scoperta del Bottari, siccome ha osservato il Moreni nella sua opera sopra la medaglia rappresentante B. Altoviti, ma non mai distruggere le opposte ragioni del sig. Missirini. - Rimprovera questo perchè abbia verificato quale dei due, sia il vero ritratto di Raffaello, quello in Monaco, o nella Scuola d'Atene, affermando che uno non può escluder l'altro; e non si dà carico delle differenze essenziali che lì separano intieramente, state osservate da uno de' più celebri pittori,
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