Istoria della vita e delle di Quatremere De Quincy
» a5t mun tempo iti cui egli era ancora lontano dall'ambire il mento di coloritore? Questo ritratto è forse la pittura che, sotto questo rispetto, differisce più d'ogni altra da quelle della sua gioventù.
Desso era stato trasportato da Roma a Firenze, dove si mirava nel palazzo Altoviti, in Borgo degli Albizi, allorquando, il Bottari avendo esternato sopra di esso l'opinione che abbiamo combattuto, la casa Altoviti cessando di vedere in esso un ritratto della famiglia, curò meno la sua conservazione, e se ne disfece. Verso 1? anno 1811 , esso venne acquistato dal Re di Baviera per la somma di 14,ooo zecchini, o 160,000 franchi \Più si va progredendo nella storia delle opere dì Dell'intere»»» Raffaello, più si conosce la causa, e megliQ si indo- calle opera dì vina la ragione della loro moltiplicità. A misura che ne'iaoi ritratti, andava crescendo la sua riputazione, s' aumentava la sua scuola di abili soggetti. Disponendo egli d'una tale moltitudine di istrumenti docili alle sue inspirazioni, il suo genio era divenuto maggiormente produttore. Parecchi de' suoi collaboratori gli aveano derubato non solamente il segreto de' suoi pensieri, ma ancora quello delle sue maniere. Eglino s'erano divisa fra loro l'ese-
• L'autore qui si è attenuto a quanto ha trovato scritto di mano del sig. Dufourny sotto ad una delle note di Comolli sulla Vita inedita di Raffaello, pag. 55, in un esemplare posseduto in Francia: ma questo ritratto non fu pagato dalla corte di Baviera, che 7 mila scudi, pari a franchi 41,160, cioè un quarto del prezzo suindicato. Vero è che il quadro avea un poco, o per meglio dire, non poco sofferto. Vedi la lettera del cav. Puecini alla fine di questa Storia.
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