Istoria della vita e delle di Quatremere De Quincy

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      suo gusto, l'influenza della sua direzione, è divenu-
      come mai si potrà neppure presumere da chi si lascia condurre da un retto giudizio, che Raffaello abbia dipinto alcuni di essi vasi, se si sa di certo che dopo aver appresa in Firenze la seconda maniera di pitturare se n'andò a Roma dove apprese lo stile grandioso, e non tornò mai a passare qualche mese in Urbino sua patria ?
      Alcuni hanno preteso che Raffaello operasse almeno di sua propria mano disegni appositi da pingere sopra piatti o vasi di terra cotta ; appoggiando la loro congettura a quanto scrisse il Vasari nella vita di Battista Franco pittore veneziano, = il quale , così il Biografo fiorentino , Jece disegni eccellenti per figurar vasi, che sono stimatissimi i e prima di lui si erano mollo servito qué vasai delle stampe di Raffaello da Urbino, e di quelle d'altri valentuomini = Vasari, tom. 5.°, pag. 391. Veramente il servirsi delle stampe di Raffaello non vuol dire che questi facesse disegni destinati all'ornamento dei diversi lavori in terra cotta; ma siccome ci si vedono molti dipinti del suo stile che non sono nelle stampe, nò nelle opere sue colorite, hanno tratto la conseguenza che di questi dipinti siano stati dal Sanzio medesimo preventivamente ed appostatamente operati i disegni. Ma e chi non sa che Raffaello di feracissima fantasia dotato nell' inventare, t studiosissimo dell' arte sua abbozzava continuamente e disegnava tutti li pensieri che gli venivano in mente, senza che vi fosse indoUo nè dal bulino di Marcantonio, né dal suo pennello ? Il canonico Vittoria cita sulla autorità di due celebri pittori Lodovico David, e Giuseppe Montani, che in Venezia, presso il sig. barone Ottavio Tassis esisteva una lettera originale di Raffaello , scritta alla Duchessa di Urbino, nella quale diceva di aver terminati i disegni per le maioliche della sua credenza. Questa notizia venne ripetuta dal sig. Giuseppe Bencivenni nella nota clxvi da lui aggiunta al suo Saggio istorico, tom. 2.0, pag. a5o ; ma nè dall' uno nè dall' altro fu veduta quella lettera ; la quale pure, per la sua importanza, avrebbe dovuto occupare tutte le loro premure in ricercarla. Noi non abbiamo tralasciato di fare il possibile, onde conoscere se veramente esistesse, o fosse esistita una tale testimonianza di Raffaello; ma non abbiamo trovato veruna ricor-
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Istoria della vita e delle opere di Raffaello Sanzio da Urbino
di Quatremere De Quincy
Sonzogno Milano
1829 pagine 847

   

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