Istoria della vita e delle di Quatremere De Quincy
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gìiergli niente, e senza cessare per questo d'essere originale.
Michelangelo aveva sbalordito certamente tutte le menti, indipendentemente dalla scienza del suo disegno, eolia grandezza e coli'arditezza di alcuni suoi concetti nelle volte della cappella Sistina, dove osò dipingere la Creazione, e rivalizzare coli' autore della Genesi nella maniera di descriverne le maraviglie.
Ora egli è difficile di rifiutarsi dal credere che qui ancora Raffaello non avesse avutq in vista Michelangelo e la cappella Sistina 1, prescrivendosi per temi certune delle composiziotii delle sue Logge. Tali sono, per esempio, quelle nelle quali riprodusse gli stessi soggetti che sono rivali; come l'Eterno che crea la luce in atto di lanciare con ambe le mani nello spazio il sole e la luna, formando la terra e li suoi abitanti, animando col suo soffio l'uomo, e ordinando alla donna d'essergli l'indivisibile compagna.
Non v'ha, egli è vero, confronto da fare tra le opere dei due pittori, se 6Ì considera la dimensione che ciascuna località ha dovuto prescrivere alle loro pitture. Michelangelo non poteva a meno di pingere figure colossali nei grandi spazj che dovea riempire: Raffaello in vece, ristretto da suoi luoghi, non potè dare alle sue composizioni che la misura dei quadri detti di cavalletto \i Vedi a pag. 101, all'articolo delle Sibille e dei Profeti nella chiesa della Pace.
* 1 quadri, compresi li grotteschi e gli altri ornamenti che sono all'intorno, sono lunghi 6 piedi; gli specchi dì varie guise, entro cui furono dipinte le figure, sono di 4 in 5 palmi di lunghezza , e di 3 in 4 per alto ; e le figure hanno a piedi circa di altezza.
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