Istoria della vita e delle di Quatremere De Quincy
3oi mNe'dae seguenti che rappresentano la disubbidienza di •Adamo, o la tentazione di Eva, e la loro espulsione dal Paradiso terrestere, noi vi troviamo all' incontro ch'egli ha preso manifestamente da Masaccio. Ci ricorderemo che in Firenze aveva egli studiato sulle opere di questo antico pittore , nella cappella d*l Carmine Masaccio fu appunto pe* suoi tempi imo di quegli uomini che sono superiori al loro secolo: ebbe di già ampiezza ed armonia nelle sue composizioni, un senti* mento vero d'espressione, semplicità e nettezza di stile , ed un disegno cui non mancò che quella certa misura di scienza che dà ardimento. Masaccio avea trattato nelle pitture della sua cappella, li due soggetti onde abbiamo parlato: e riescirà interessante il farne confronto con quelli delfe Logge dipinti da Raffaello, il quale non può che guadagnare sia quando lascia, sia quando segue le tracce del suo predecessore.
Il soggetto dèlia disubbidienza o del frutto proibito, nella composizione di Masaccio, ha tutta la bonarietà della scuola de' suoi tempi, tutta la mancanza di espressione propria dii un'arte che non sa o non osa per anco parlare. Raffretto parrebbe che si fosse applicato a sto* bilrre il contrasto più evidente tra la sua maniera di trattare questo soggetto e quella di Masaccio, tanto ba di moto e di varietà la disposizione della sua composizione. Si direbbe quindi eh' egli avesse voluto far prova unitamente e di giudizio e di giustizia nella estimazione dei due ffiggetti. Egli dovette in fatto ammirare il secondo , quello dell'espulsione dal Paradiso terrestre, e serbarne una preziosa ricordanza *.
* Vedi io addietro, pag. 46.
* 11 Taja nella sua Descrizione del Palazzo Vaticano , pag.
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