Istoria della vita e delle di Quatremere De Quincy
» 320 Far- gno del pittore si misurò in alcuna altra opera con ~ quello del poeta in modo, da lasciar tanto in dubbio DorignyePp'u la superiorità dell'una sull' altra, tra le due arti. Biso~ dai tigg. Feou, gna di fatti chiamare un tal complesso di pitture col <Mogcheui'°nR'°~ suo vero nome : egli è un poema il cui titolo è Amore
mani « Campa* „ . . nella. e Psiche.
Tre maniere di spazj, di forme diverse, si presentavano, nel luogo che si trattava di adornare, alla fantasia del pittore : i.° le lunette degli archi distribuiti tutto allo intorno del portico, onde dividere a seconda della costruzione la spinta della volta ; a.° i peducci di questi archi; 3.° la volta del vestibulo.
Raffaello nei campi delle lunette delle arcate distribuì le belle allegorie della potenza d'amore, vincitrice di tutti gli Dei. Queste idee leggeri sovente si erano frammesse tra gli scherzi degli antichi rabeschi ; e certamente Raffaello vi attinse in generale il pensiero delle sue invenzioni : ma in nessun luogo mai desse occuparono con tanta varietà, con siffatte proporzioni, ed in una maniera così ingegnosa, lo spirito del pittore ; in nessun luogo l'ingegno dei moderni le ha riprodotte con esito eguale; nè mai dopo il Sanzio quelle allegorie sì ripetute ritrovarono , sotto ad un altro pennello, la vita e il bello ideale ch'ei seppe darvi.
Ognuna delle quattordici lunette comprende uno e talora due amorini alali, in atto d'innalzare e portare come in trofeo 1' armi o gli attributi di una delle dodici divinità maggiori. Codesti piccoli ministri d'amore insultano a'ioro disarmati nemici, scherzando chi col fulmine di Giove, chi col tridente di Nettuno, chi colla ' clava d'Ercole, chi colla lancia e collo scudo di Marte. I loro atteggiamenti piacevoli, le loro fisonomie spesso^.ooQle
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