Istoria della vita e delle di Quatremere De Quincy
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vano il suo tempo, ed i suoi ozii, éh'ei non potè darsi tutto intiero ad una sola impresa. E questo basterebbe per ispiegare il come quella del palazzo Chigi o della Farnesina, interrotta più volte, nou potè essere in qualche parte di ornato , vivente 1' autore, intieramente finita. A questi deviamenti sforzati s'aggiunse un altro genere di distrazione, figlia dell' inclinazione, ben poco moderata di Raffaello, agli amorosi diletti. Questa passione, il cui impero sì al vivo espresse nella specie di tempio , eh' ei consacrava al suo proprio vincitore, contribuì a ritardarne il compimento. Preso dalle attrattive di una bella, di cui l'arte sua ci ha conservati i lineamenti, éi trascurava i lavori di Agostino Chigi. Questi , dolente per il ritardo, avea posto in opera le preghiere e le esortazioni altrui per vincerne la cagione, ma invano. In fine impiegò il migliore di tutti gli espedienti, e si fu di operar in modo, che, nel luogo stesso del lavoro, riunito si trovasse Raffaello con quella che ve Io distoglieva; e l'opera così pervenne al suo fine*.
* Prima di passar oltre nella descrizione delle opere del Sanzio , crediamo necessario il ricordare che l'avv. D. C. Fea , ne* due luoghi citati ultimamente afferma essere state compite queste pitture nell'anno i5il , appoggiato all'autorità dei due poeti Blosio Palladio, e Gallo Egidio romano, i quali le descrissero e le lodarono subito co' loro versi latini , stampati in Roma, quei del primo nel »5ia , quei del secondo nel i5ii. Allora, come sussisterebbe la congettura del sig. Quatremere, il quale ne fissa l'eseguimento dopo il i5i4? Se in quell'epoca furon terminate, potrà ritenersi vera la storiella riferita dal 'Vasari, e ripetuta dallo storico oltremontano , che Raffaello avesse bisogno d' aver vicina la sua amata per ridurle alla fine? D' altronde sappiamo che T invenzione e i cartoni di esse furono tutti suoi; ma T esecuzione della maggior parte appartenne a Giulio Romano, a
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