Istoria della vita e delle di Quatremere De Quincy
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delle antichità romane in maniera di poterle intieramente riprodurre , e porle sott' occhio degli architettori , ut ìntcgram urbem architectorum oculis contuie-randam proponeret ».
Calcagnini, vivo ancor Raffaello, riferisce, ma con ter* mini assai più enfatici la cosa stessa: « Io non parlerò, » ei dice a, della Vaticana Basilica, di cui Raffaello a diresse la fabbrica, ma sì di tutta intiera Roma, per » opera di lui richiamata al suo antico stato , ed alla » sua prima bellezza restituita, col soccorso degli scrit-» tori e delle loro descrizioni, per modo da eccitarne » tal meraviglia sì in Papa Leone, e sì in ogni Romani no, che tutti il riguardassero siccome una divinità » scesa dal cielo , onde restituire la città eterna all'an-» tica maestà ...... Ut quasi coelitus demissam numera , ad aeternam urbem in pristinam majestotem rapar andam , omnes ho mine s suspiciant.
Supposto anche che la natura dell9 elogio abbia potuto indurre quegli scrittori in qualche esagerazione sul merito di un9 impresa , che tuttavolta sorprendente do-vea riuscire per la novità, non è però men vero e provato , che Raffaello, come si osservò più indietro 3, il
> Vedi Tira boschi cav. ab. Girolamo, Storia della Letteratura italiana, Firenze presso Molini, Laudi e Comp. i8ia, voL 7®, parte 4*> pag- dove trovasi riportato 1*elogio di Raf-
faello scritto in latino da Paolo Giovio ; intorno al merito del quale ci pare molto savio e giusto il giudizio datone dall' ah. Daniele D.r Francesconi nella nota 9 al suo Discorso letto alla reale Accademia Fiorentina 1799, pag. 93.
* Ccel. Calcagnini, Opera aliquot, Basilea, i544,lib. VII Epistolarum, pag. ioj. — Vedi l'Appendice n.° 9.
3 Vedi a pag.
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