Istoria della vita e delle di Quatremere De Quincy
» 373 «Jmisterj dellà stia orìgine, hanno due maniere d' essere concepiti e rappresentati dalla pittura. L'una in fatti può consistere unicamente nella semplice imagine del fatto, tale quale viene raccontato dall' Evangelio : Io che fece Raffaello più d'una volta nel dipingere il soggetto di cui trattasi. L' altra maniera è quella in cui il pittore istruito dei grandi risultamenti provenienti dal fatto eh' egli esprime, fa uso come il poeta epico, d' una certa maniera d'anticipazione che lo mette alla portata di sviluppare nella sua profetica composizione, e di far abbracciare alla mente dello spettatore d' una azione , che senza questo sarebbe la più semplice , ciò che noi sappiamo di presente, ch'essa, cioè, racchiudeva conseguenze miracolose.
Per tal modo il soggetto dell'Adorazione dei Re, sin gnificando , come Io spiega la parola Epifania, nel suo senso mistico, la rivelazione del Salvatore, e la chiamata fatta ai Gentili dal loro futuro liberatore, fu in vero una bella e sublime idea quella, siccome fece Raffaello , d' avere opposto alla povertà del Presepio e il lusso e tutto il treno dei re prosternati ai piedi del putto Gesù \ e poscia d'avere fatto apparire e raccogliere per una licenza profetica intorno al Presepio quella folla d'abitanti d'ogni paese, i quali gli stendono le braccia, ed annunciano che è arrivato il Redentor del mtindo \
* Alle ricordanze da noi già riferite intorno alle diverse rappresentazioni che Raffaello operò di questo stesso soggetto, aggiungeremo qui il cenno che dà di un'altra il proposto Ant Francesco Gori nel suo Thesaurus veterum Dìplychorum etc tom. 3.°, pag. aia, dove parlando del modo migliore, onde va dipìnta l'Adorazione dei Magi, loda una gran tavola, dipinta da RaUàcllo in Perugia, rappresentante questo argomento; e sog-
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