Istoria della vita e delle di Quatremere De Quincy
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Si vede a questo proposito che Raffaello , non potendovi attendere in persona, aveva avuto la più grande sollecitudine di affidare questa sorveglianza ad artefici formati da lui.
Quanto al lavoro tecnico delle materie, nessuna opera sembra che abbia riunito ad un più. alto grado la ricchezza e la perfezione ; giacché le fabbriche di quel tempo impiegavano molte fila di seta, d'oro e d'argento. Egli è facile il figurarsi quale sensazione dovettero produrre, allorquando comparvero in Roma questi arazzi , in tutta la loro freschezza, e con tutto lo splendore delle loro tinte. Il Vasari ne parla con entusiasmo 1 : quésto lavoro , dice egli, pare il prodotto d'un' arte soprannaturale piuttostochè dell' industria umana ; e non si può a meno di maravigliarsi in veggendo come con semplici fila si possa giugnere ad eseguire tutte le più minute parti delle figure, e tutta la morbidezza delle carni e tutti quegli accessorj di piante, di animali, # edifizj, cui l'occhio ingannato prende per l'opera «del pennello.
Malgrado ciò che la novità della cosa dovette aggiu-gnere naturalmente allora al sentimento dell'ammirazione, bisogna convenire che pur anche dopo tre secoli, parecchie parti di queste opere sono atte a produrre una specie d'illusione che la stessa pittura non uguaglerebbe. Tale illusione risulta dalla natura, e per dirlo in un modo più chiaro, dal materiale de'processi imitativi della arazzerla, la quale per rispetto a tutto ciò che consiste in drapperie, stoffe, abbigliamenti, adopera
* Vasari, Vita di Raffaello, toni. 3.°, pag. ai3 e seg. = Baldinucci, Notizie dei Professori ecc., tom. 1.®, pag. aa5.
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