Istoria della vita e delle di Quatremere De Quincy
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Impera tor romano che abbraccio il cristianesimo, e che si suppone avere donato Roma al papa S. Silvestro.
Prima di parlare di questi soggetti, de' quali due soli sono .stati dipinti sui disegni di Raf&ello, conviene fermare l'attenzione sopra due delle figure allegoriche ch'egli stesso Jia dipinte a olio, e che formano una piccola parte dell' ornato del basamento di questa grande sala.
Verso gli ultimi anni di Raffaello, un pittore vene- rigore deiitGin-zìano , Sebastiano del Piombo, l'ingegno del quale cer- mensa, cavasi, siccome racconteremo più innanzi, di opporre intagliai* d* a quello dell' Urbinate , avea immaginato, per ignoranza Str****' del fresco, di sostituire la pittura a olio sopra intonaco. Raffaello ugualmente esperto nelle due maniere di dipingere , volle pur fare la prova dell» nuova maniera ; ed avea stabilito d'usarne per le pitture della sala di Costantino, il perchè gli intonachi vennero preparati con questa intenzione. 11 Vasari ci dice 1 , che il successo non corrispose alle speranze che si aveauo di tale novità \ e più tardi Giulio Romano per dipingere la battaglia di Costantino, fece gettare a basso il vecchio intonaco, e ritornò alle maniere ordinarie dello a fresco.
Tuttavia susistono ancora nel basamento di questa sala due belle figure dipinte a olio da Raffaello, e che lo furono sicuramente come un saggio della maniera che voleasi sperimentare. U tempo ha provato sopra
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* Vasari, Vita di Giulio Romano, fon. 4.°, pag. 33f fdove afferma pure che le due figure, onde parla qui lo Storico,
sono state dipiote da Giulio, e dal Penni; ma da periti dell'irtesono giudicate di mani» del Sanzio.
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