Istoria della vita e delle di Quatremere De Quincy
» mmedesimamente in suggestu d'innanzi alla sua tenda, nell' atto di esortare li suoi soldati : ed in quanto allo stile in generale, ed in quanto alle minute parti si può dire che è dessa una composizione del tutto antica ; e la si prenderebbe per una semplice ripetizione di quella specie di scene tanto comuni nelle opere romane. Ma la testa dell' imperatore e li suoi occhi, diretti verso il cielo, guidano pure verso l'alto del quadro l'attenzione dello spettatore, il quale vede con Costantino una Croce raggiante portata da tre piccoli angeli, e più lungi legge scritte le tre famose parole bn totto nika, vinci in questo ; ed ecco il vero soggetto della allocuzione espressa.
In lontananza si veggono alcuni dei principali monumenti di Roma, ed alcuni soldati che accorrono per accrescere il gruppo di quelli che stanno attorno alla ringhiera. Sul primo piano, inferiormente alla ringhiera vcggonsi due giovani portanti le armi dell' imperatore , e dall'altra parte, la figura grottesca, d'un nano, il quale con ambe le mani cerca di porsi sul capo un elmo.
Differenti ragioni si sono addotte per l'introduzione di questo estraneo e bizzarro accessorio: ma Richardson ne assicura ehe il disegno originale non presenta, nò le figure dei due giovani, nè quella del nano , nè alcuni altri accessorj riservati sicuramente alla esecuzione della pittura : e quindi pare che non se ne debba chiamar conto che. a Giulio Romano, o se si vuole a Bellori
i Bellori pretende che questo nano fosse il ritratto d'una persona burlesea , che serviva di divertimento alla corte, e che apparteneva al cardinale Ippolito de1 Medici. Descrizione delle Immagini ecc., pag. 107. Fedi anche Richardson, pag. 4»9*
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