Istoria della vita e delle di Quatremere De Quincy

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      crìtico che analizzasse questa grande composizione, figura per figura, gruppo per gruppo, vi scoprirebbe sicuramente alcuni impronti di sentimenti ed idee, alcune rassomiglianze d'attitudine, d'azione, di espressione: ma noi siamo di parere che gli sarebbe impossibile assolutamente lo indicare in essa una sola figura trasportata dai marmi antichi sopra la tela in maniera da far dire che F una fosse copia dell' altra.
      Ecco quale deve essere nelle opere dell' arte l'imitazione che possono usate i posteri sulle opere de' loro predecessori *, e tale è quella appunto che ha distinto sempre gli uomini di genio in tutti li generi. Questi non incontrano co'loro antecessori, che quasi viaggiatori, i quali per descrivere un paese passano per le medesime vie, si ritrovano negli stessi luoghi, e non possono non ricevere alcune somiglianti impressioni; ma queste diversamente modificate, produrranno immagini differenti*
      Qualunque possa essere il soccorso onde .Raffaello potè andar debitore alle opere dell' antichità, egli è certo intanto che non vi avea trovato, siccome pure in quelle de'moderni suoi predecessori, nullo modello di una composizione sì vasta, sì complicata, sì mista, che sembra essere la parola più propria ; e tuttavia quello che fa maraviglia, abbenchè Giulio Romano 1' abbia ristretta un poco più che noi comportava il disegno originale, niente v'ha di confuso, e 1' occhio non v' ha bisogno d' alcuna spiegazione \
      * Questa istoria , che si finse dipinta sopra un arazzo, è lunga appena piedi 34, ed alta i5 ; eppure in questa sola estensione tutto è rappresentato in grandezza naturale il gran (atto di due numerosissimi eserciti di cavalli, e fanti, la mischia, i molti accidenti , la superiorità del viucitore, la sconfitta e l'annegamento^.ooQle


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Istoria della vita e delle opere di Raffaello Sanzio da Urbino
di Quatremere De Quincy
Sonzogno Milano
1829 pagine 847

   

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