Istoria della vita e delle di Quatremere De Quincy

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      e poterà darsi ancora che una certa circospezione, nel seguire pur anche li modelli del maestro, cagionasse nella esecuzione quella specie di freddezza, in cui cade facilmente quegli che non si considera, che quale traduttore del pensiero altrui. Ma Giulio Romano si era troppo identificato colla maniera del suo maestro per meritarsi un tale rimprovero. Si direbbe anzi, che più libero in qualche maniera, egli si sarebbe abbandonato di più alle sue proprie forze, ed avrebbe aspirato adk acquistare colla sua esecuzione V onore della originalità. In più d' una delle opere di Raffaello, egli era entrato a parte del lavoro , in maniera per altro da lasciare dubbio sulla parte che gli spettava. In questa all' incontro, vale a dire, nella più vasta composizione che abbia dipinto il pannello istorico, -egli non ha più socio, e tutto il merito consistente in c»ò che dicesi genio dell' esecuzione , a lui solo appartiene.
      Perchè si porrà qualche restrizione a un elogio, cbe torna sempre a lode del Sanzio ? giacché si può dire con ragione che 1' abilità dell' allievo fa una parte del merito e della gloria del maestro.
      Non si può adunque lodare abbastanza il pittore della Battaglia di Costantino, pel vigore del disegno e P energia dell' espressione che ha saputo dare a quest' opera, per la condotta giudiziosa del grande numero di figure e di gruppi rappresentaU, senza esagerazione j nelle pose le più contrastate; per la distribuzione chiara e intelligente delle masse, dove ciascuna azione è nettamente espressa ; per la bella imitazione delle forme , dei costumi, delle armature antiche per la vivacità e T arditezza d' un pennello , il quale , fedele storico e del soggetto e della sua anima, non è rimasto al^.ooQle


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Istoria della vita e delle opere di Raffaello Sanzio da Urbino
di Quatremere De Quincy
Sonzogno Milano
1829 pagine 847

   

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